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Come già accennato nell'articolo sulla "crisi di coppia", la crisi ha la capacità di mettere in evidenza i nostri limiti e nel contempo obbliga a fermarsi e riflettere sul fatto che non possiamo continuare ad avanzare imperterriti sulla stessa via, ma che è giunto il momento d'apportar modifiche a se stessi e/o, se possibile, al contesto entro cui ci muoviamo, altrimenti la nostra situazione sarà di sempre maggior malessere sino a giungere in alcuni casi a estreme definitive conseguenze. Come in altri articoli ho evidenziato, il cambiare il modo di confrontarci con quanto e quanti ci circondano come ogni azione produce una reazione e come conseguenza porta un cambiamento anche in ciò e chi è fuori di noi.
Una lezione più significativa di molte parole viene ad esempio dal fatto che l'attuale crisi economica ha costretto la gente a prestar maggiore attenzione a come e dove spendere i propri soldi, a rivedere la "scaletta delle urgenze" e sfoltire drasticamente la lista delle priorità da portare avanti; cosicché anche i grandi gruppi han dovuto giocoforza rivedere alcune strategie e adattarsi al cambiamento: in casi estremi l'azzeramento d'un sistema che produce più danni che benefici è il modo migliore per dare inizio a una nuova fase di sana crescita.
Nessuno cambia volentieri; solo lo star davvero male mette con le spalle al muro, obbliga a prender decisioni difficili, così come veder lati di noi stessi che cerchiamo di ignorare o rivedere i giudizi su coloro con cui abbiamo a che fare.
Ecco che la crisi diventa una necessità da accogliere perché, non avendo altra possibilità di salvezza diventa giocoforza trasformare l'obbligo in opportunità e risorsa; quindi, anziché chiudersi in noi come in un fortino assediato resistendo sino alla morte, guardarsi intorno, aprire anche "porte" che prima neppur si volevano prendere in considerazione e vedere come andare oltre l'ostacolo.
Passo ora a prendere in considerazione alcune fasi del CAMBIAMENTO:
la prima motivazione in questo caso è senz'altro estrinseca, giacché a mettere in moto tutta la faccenda e decretare la necessità dell'impegno è esclusivamente il bisogno di trovare il modo di venir fuori da una situazione oltremodo spiacevole: in ciò si fonda la grande difficoltà che tutti trovano nel portare avanti l'impresa. Col tempo ci si potrà accorgere d'aver scoperto novità che daranno vita a motivazioni intrinseche, importantissime in quanto stimolanti e gratificanti per se stesse; ma gli inizi son tutto meno che "rose e fiori".
Questo momento può esser visto preceduto da tre passaggi:
1. Precontemplazione, dove la persona non si rende ancor conto di dover effettivamente porre in atto una significativa modifica al proprio modo di fare non vedendolo come un reale problema, oppure perché ha già provato a mettere in atto delle strategie di mutamento che si sono rivelate fallimentari ed ha perciò perso fiducia nelle proprie capacità.
2. Contemplazione, ove l'individuo pur essendo già in buona parte consapevole del suo problema si trova preso nei lacci del dubbio: da una parte s'accorge del disagio ed è portato a prendere in considerazione l'effettiva necessità del cambiamento, ma dall'altra qualcosa in lui/lei lo rifiuta. Come ho detto, la spinta d'una motivazione estrinseca non è straordinaria e la riluttanza a fare questo passo porta costui/ei a dare eccessivo peso ad alcuni vantaggi che il vecchio modo di fare ha procurato e sottovalutare al tempo stesso i segnali negativi che avverte.
3. Determinazione: vi si giunge quando, "bando alle ciance", ci si rende conto di dover "prendere il toro per le corna" o in alternativa di finire infilzato/a da quelle stesse "corna".
Quando l'individuo decide di rivolgersi a un terapeuta, questi potrà con i mezzi propri dell'Arte sua, quindi seguendo una via lo psicoterapeuta e un'altra il terapeuta energetico,
nel caso 1 aiutarlo ad accrescere sia la consapevolezza di chi egli/ella è, che il numero e la chiarezza delle informazioni disponibili sul problema che sta affrontando al fine d'aumentare e potenziare le possibilità d'intraprendere un cammino di cambiamento che lo/a conduca al successo.
Nel caso 2 è necessario renderlo/a cosciente del fatto che il "lasciar che l'acqua vada nel basso" considerando ambivalente la situazione può soltanto complicare le cose, render più ardua l'inevitabile resa dei conti e in definitiva far danno; allo stesso modo del fatto che per chi come lui/lei è preda di questo dubbio e in fondo vorrebbe raggiungere un equilibrio senza far questo passo, sia lo scrutare che il soppesare i singoli componenti del problema sono operazioni che si riveleranno più difficili e dolorose del previsto. Anche in questo caso il/la paziente non va lasciato/a solo/a.
Nel caso 3 occorre ricordare che qualsiasi cambiamento non è automatico, che l'ambivalenza può apparire superata mentre non è ancora alle spalle e che ognuno ha tempi di azione-
Siamo così giunti al momento dell'AZIONE, quando finalmente si mette in atto una strategia utile a togliere alla situazione venuta in essere ogni possibile effetto devastante, secondo un programma alla portata di chi sta "gareggiando", così da poter raggiungere uno alla volta gli obiettivi che ci si è proposti fino a tagliare il traguardo sani e salvi.
Per far tutto ciò è quindi necessario render cosciente la persona che eventuali "cadute/sconfitte" son da mettere in conto e non vanno quindi viste come fallimenti, bensì come eventualità costruttive e funzionali da cui imparare per conoscere la Verità, come per affinare e completare tecniche e mezzi che resteranno a nostra disposizione tutta la vita. In questo modo anche il bene che viene dall'aver saputo far buon uso delle informazioni trovate esaminando una sconfitta sarà motivo per accrescere l'autostima, che al contrario non verrà svalutata da uno "scivolone".
Enorme l'importanza di sperare nel valore della Vita, cosa che va salvaguardata e ove mancante evidenziata dallo stesso terapeuta energetico non con chiacchiere sterili, bensì offrendo basi su cui poggiarsi e costruire. Qui entra anche il discorso relativo alla Religiosità che alberga nel "cuore" d'ogni essere umano (= predisposizione interiore a scorgere in ciò che ci circonda e nelle situazioni che viviamo un mistero più profondo, che è oltre la realtà rilevata dai nostri cinque sensi: sta alla base d'ogni esperienza religiosa e d'ogni Religione seguita; con fiducia lascia aperta la porta al futuro ritenendo che non è il caso a governare la propria vita), già toccato in altri articoli e su cui tornerò prima di terminare il presente.
Cordiali saluti.
Robino Mariano
© Robino Mariano