Riprendendo la serie dei disturbi che si possono manifestare e cui può far caso anche chi vive accanto alla persona in crisi:
Ossessivo compulsivo: da non confondere con un accettabile stile di vita orientato a precisione e ordine con qualche tratto ossessivo-compulsivo (ossessione è un termine che viene dal latino obsessiō obsessiōnis, porta in sé il concetto di assediare: in pratica è un pensiero fisso ricorrente con caratteristica d'essere un intruso e un parassita che l'individuo riconosce come non suo, tuttavia lo sente tanto forte da non riuscire a liberarsene e non ostante si renda conto anche dell'assurdità dello stesso finisce per pensarci; compulsione dal latino compello, is, compŭli, compulsum, compellěre, ha in sé il senso di forzare/costringere: l'individuo si sente costretto a comportarsi in un certo modo anche se è contro la sua volontà): tutti abbiamo punti deboli che in caso di difficoltà facilitano certe reazioni difensive e non v'è nulla di preoccupante in ciò. Quando invece inizia a presentarsi un troncamento più o meno deciso con la realtà, allora è il caso di fare attenzione: si presenta la tendenza a conformarsi a procedure, abitudini e/o regole in modo eccessivo e non flessibile insieme alla costante ricerca del perfezionismo, tanto che chi ne soffre tende a manifestare senso d'ansia quando le procedure vengono alterate o gli standard tendenti al perfezionismo non sono soddisfatti; pensieri e comportamenti son per lo più ripetitivi e forte è il desiderio d'ordine e fedeltà alla routine, tanto che ogni situazione percepita come non prevedibile causa eccessiva inquietudine. Vi è notevole difficoltà a delegare compiti ad altri per paura che non rispettino le procedure, come pure a valutare correttamente i gradi di importanza nelle questioni, limitando così la preoccupazione ai dettagli rispetto agli aspetti essenziali. La rigidità della personalità, unita agli elevati standard pretesi nell'agire degli altri in ogni ambito, finiscono per rendere molto problematica la vita di relazione sino a impedire d'aver un'esistenza regolare, l'isolamento diventa molto probabile e anche il normale svolgersi delle attività quotidiane viene compromesso.
Narcisistico: tanto per chiarire ricordo che Sigmund Freud (fondatore della psicanalisi, 1856 - 1939) considerava la normalità "capacità di amare e lavorare" (cioè non solo semplice salute psichica, bensì condizione di benessere esistenziale) e che Heinz Kohut (psicanalista austriaco naturalizzato statunitense, grande innovatore della teoria e della tecnica psicoanalitica, 1913 - 1981) con la frase: "l'individuo sano deve essere capace di amare e lavorare con successo" dette una possibile descrizione di salute psichica. Entro certi limiti il narcisismo può quindi rientrare nelle abilità e potenzialità sane e positive dell'individuo; ma ciò richiede contemporaneamente la capacità di Saggezza, che sola porta ad avere un atteggiamento stabile della personalità verso il mondo che ci circonda e la vita in tutte le sue sfaccettature, dai particolari al suo carattere Universale, quindi accettazione della caducità in questa realtà, riconoscimento di una salda scala di valori cui far riferimento, reale padronanza di se stessi nella propria interezza. Sotto questo punto di vista il "sano narcisismo" rientra pure nella capacità di autostima che porta a sviluppare in pieno le proprie capacità e potenzialità. Ciò non è purtroppo la norma; il problema sorge quando il soggetto che ha un grave deficit nella capacità di provare empatia verso altri, che è incapace di riconoscere e percepire i sentimenti degli altri e perciò ne resta più o meno indifferente, ignorandone quindi il valore e le opere o addirittura con arrogante e sprezzante alterigia disprezzando ciò, prende a sfruttare il prossimo per raggiungere i propri scopi e di contro, sempre assorbito da fantasie d'illimitato successo, fa delle proprie qualità il centro preminente/esclusivo del proprio interesse, nonché l'oggetto d'una compiaciuta estrema ammirazione: considerandosi una persona speciale s'aspetta naturalmente un trattamento speciale, tollera poco le critiche e può sia adirarsi con chi osa contestare il suo modo di fare, come apparire completamente indifferente a qualsiasi critica non considerandola, alla pari della persona che l'ha espressa, neppur degna d'esser presa in considerazione.
È molto più facile che questo disturbo possa generare la crisi che non il contrario: col tempo, socializzando i giovani adulti normalmente si rendono conto dei vantaggi che la collaborazione offre e chi più chi meno imparano a riconoscere l'innato valore d'ogni persona; ma ai narcisisti, che manifestano una forma di profondo egoismo, di cui spesso non ne sono consapevoli, capace di produrre in loro sofferenza - disagio sociale - significative difficoltà relazionali e affettive, l'impresa si rivela quasi impossibile: è un po’ come se la loro "mente" rimanesse "ancorata" a uno stadio evolutivo che precede la maturità. Quando un'improvvisa potente e profonda causa, come ad esempio l'abbandono d'una persona estremamente importante, una tragedia, ecc., riesce a mettere in crisi tutto l'individuo, allora diventa terapeuticamente possibile prendersene cura e con calma sorreggerlo acciocché superi questo stadio, si avvii alla maturità e così diventi capaci di vivere in pienezza.
N.B.:
legandomi a questo e al prossimo disturbo, ricordo che "seduzione" e "seduttività" hanno aspetti in comune solo a livello superficiale, ma sono realtà differenti nella loro natura:
la prima coinvolge la totalità dell'individuo ed è un'esperienza profonda e molto intensa, poggia sulla verità dei sentimenti di chi vuol sedurre quell'altra persona perché ne è attratto/a e prova per lei un genuino interesse, perciò impiega ogni sua risorsa nell'impresa; è quindi un'esperienza diadica che giunge alla sua massima espressione solo dopo aver consapevolmente raggiunto la maturità della "mente", che sola permette di "accettare e digerire" anche quei rifiuti che mai si vorrebbero, senza che possano minare l'autostima, o che in qualche modo facciano venir meno il rispetto per l'altrui libertà nelle scelte di vita.
La seconda invece non coinvolge intimamente, ma è un mezzo con cui si cerca solo di sfruttare al meglio le relazioni umane; è una seduzione finta e simulata, che usa strategie e dispositivi psicologici come strumenti per manipolare l'altro/a e trarne un vantaggio personale; non c'è quindi rispetto per la libertà dell'altro/a nelle sue scelte di vita e naturalmente è possibile usarla nei confronti di molte persone diverse nello stesso tempo.
Ecco che la seduttività è espressione di egoismo (l'egoista si sente il mondo; incapace di vedere e ascoltare ciò che non lo riguarda personalmente, poco soddisfatto della vita che conduce. Spesso soffre per non aver ricevuto da bambino/a amore per credere in sé e amarsi, acquisire indipendenza, aprirsi al mondo fuor dalla famiglia e imparare a dare amore; bloccato/a allo stadio dell'infante cui tutto è dovuto, non prova alcun piacere nello scambiare e/o donare affetto) e attrazione verso se stessi capaci di manipolare e strumentalizzare l'altro/a; quindi trova posto anche nel comportamento narcisistico.
Cordiali saluti.
Robino Mariano
© Robino Mariano