Terapia energetica e crisi di identità - 19 di 32 - Parliamo di... - Mariano Robino

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Terapia energetica e crisi di identità - 19 di 32

Pubblicato da Mariano Robino in Trattamenti energetici · 13/11/2014 17:59:28

Al fine di rendere sempre più evidente come il lavoro del terapeuta energetico possa essere utile per uscire da situazioni difficili e poter essere sempre più padroni della propria vita, continuo il discorso.

In molti sostengono che vi è una certa identità tra l'organizzazione del pensiero, quella del cervello e quella del sistema nervoso, che il cervello presiede pur dipendendone al tempo stesso, cosicché nel corso del tempo pensiero ↔ cervello ↔ sistema nervoso si sono evoluti insieme per cogliere la complessità della realtà. Continuando in questa direzione si può ipotizzare che il cervello partendo dalle sollecitazioni dell'ambiente in cui si trova abbia la possibilità di giungere a diversi significati lavorando sul rapporto che ha con queste; la coscienza viene quindi affinata nel tempo a mezzo di tante percezioni sottoposte a continui aggiustamenti e compensazioni a seguito di una riflessione obbligatoriamente discontinua, in quanto ogni volta parte da momenti di vita per lo più slegati tra loro e situazioni che mai sono uguali; ciò implica che non potrà mai essere perfetta; considerando poi quanto gli umani siano intimamente tra loro diversi, qualsiasi risultato il lavoro congiunto dei vari umani "cervelli" raggiunga sarà sempre imperfetto; e questo motiva anche i costanti insuccessi nel costituire società in grado di rispondere validamente alle necessità dei singoli. Di conseguenza, anche se sviluppo biologico del cervello e del sistema nervoso riguardano la Biologia, che pare cosa diversa e separata dal pensiero invece riguardante lo sviluppo della coscienza e della cultura, a livello di essere umano i due settori vanno considerati strettamente connessi.

Questa considerazione poggia sul fatto che dalla logica generale, vista come riflesso d'un rapporto tra un soggetto, che è l'Umanità nel suo insieme, e un oggetto, che è l'organizzazione della materia, a sua volta immagazzinata nel corso dei secoli tramite il linguaggio orale e/o scritto in "strutture" intellettuali dai vari singoli elaborate, viene a formarsi la logica individuale di ogni singolo essere umano; tutto ciò ha come conseguenza che i singoli pensieri traggano obbligatoriamente origine da quell'insieme di "insegnamenti", anche se l'individuo non ha consapevolezza di ciò e pensa che ogni suo pensiero sia interamente farina del suo sacco. Da questa serie di considerazioni appare come sia dall'apporto collettivo/sociale alla logica individuale che il Pensiero Umano si va inarrestabilmente "costruendo" . . . già in passato avevo evidenziato come l'essere umano è sempre stato un animale socievole, tanto che a partire dalla preistoria ha sempre contato sulla forza del gruppo per aumentare le probabilità di sopravvivenza, così anche per la caccia e poi per l’agricoltura che richiedevano divisione dei compiti e lavoro coordinato; per di più il vivere in gruppo ha obbligato i singoli a uno sforzo quotidiano per trovare equilibrio tra un me stesso "individuo" e la comunità in cui vivo, così da contribuire alla stabilità della stessa, rendendola tutti insieme salda e permettendo al tempo stesso ai singoli di lavorare - progettare - produrre insieme, vicendevolmente soccorrersi, sostenersi, insieme soffrire, ridere e gioire; pertanto l'Umanità è ben più della mera somma degli esseri umani che la compongono: riflettendo e meditando sull'Umanità nel suo variegato insieme si può giungere a comprendere cos'è l'uomo/donna . . . entra in ciò anche quel "Sentimento Religioso" così presente in molti esseri umani, che non si può con semplicioneria definire un comodo mezzo usato per trovare una risposta a quanto altrimenti non si sa spiegare; ma per non "sconfinare" non vado avanti nel discorso. Pur seguendo questo ragionamento vedo assai arduo trovare per la materia altri significati oltre all'essere considerata un mezzo utile per raggiungere un certo obiettivo.

Essendo questo un articolo che prende in esame la crisi di identità e la collegata crisi esistenziale, è chiaro che le considerazioni possano spaziare su tutto ciò che rientra nel formarsi/trasformarsi del pensiero, giacché è dal pensare/ragionare/riflettere/giudicare/convincersi/agire/reagire che le crisi si formano e prendono forza.

Va tenuto conto del fatto che quando si approfondisce un concetto si può giungere a cambiare la struttura stessa del concetto, pur lasciandone inalterata la forma; ora, dal momento che il concetto riflette la realtà è logico affermare che quest'operazione d'approfondimento e analisi ha cambiato per il soggetto quello ch'egli/ella ritiene essere il contenuto della realtà analizzata senza tuttavia che apparentemente sia mutata la forma, cosa che permette all'individuo di esclamare ad esempio "È quello che ho sempre detto!". Questo, a parte il motivare molti incontri/scontri ove ogni singolo partecipante è convinto d'aver ragione, a volte si trasforma in un "procedimento trappola" per il singolo individuo che finisce per trovarsi in "gabbia" senza accorgersene: di ciò il/la paziente va reso/a cosciente affinché possa venir fuori dalla crisi che lo/a sta stritolando.

Altro punto da notare è che il pensiero logico-razionale è di fatto un pensiero lineare-orizzontale: un solo filo conduttore si trova lungo una catena di cause ed effetti che portano da un punto all'altro in una serie consequenziale; la ramificazione che segue all'analisi della totalità di cause → effetti è ancor sempre orizzontale. Il pensiero analogico-intuitivo è invece reticolare-verticale, accetta il valore delle catene cause → effetti, ma avanza collegando con similitudini, capaci di sollevarsi e spaziare nelle varie dimensioni, sistemi che altrimenti apparirebbero tra loro scollegati. La stessa capacità di intuire, così importante nel lavoro terapeutico e che a tanti individui ha permesso di salvarsi in situazioni pericolose, può essere un "segnale" indicante i limiti della razionalità, che può portare a una scoperta, ma non a un'intuizione.

La cosa si complica se consideriamo che il pensiero si basa su diversi tipi di intelligenza di cui siamo dotati: logica, analogica, sistemica, visiva, motoria, emotiva. Come detto, ognuno di noi è al tempo stesso parte di sistemi diversi a livello micro - medio - macro e cerca di individuare il proprio posto, acciocché occupandolo possa raggiungere benessere e felicità. Osservando gruppi funzionali (famiglie effettivamente felici, comunità coese, organizzazioni che raggiungono lodevoli risultati) salta all'occhio come ci sia, anche se non facilmente individualizzabile, un "ingrediente" che manca ai gruppi disfunzionali: quest'ingrediente è detto intelligenza sistemica; particolare sensibilità che permette alle persone di capire (dapprima istintivamente poi, quando si raggiunge la maturità, anche consapevolmente) quali siano gli atteggiamenti interiori, i modi di comportarsi/relazionarsi in modo funzionale per la "salute" del sistema di cui fanno parte, e al tempo stesso che così facendo ne verrà loro un importante vantaggio personale. Come non vedere l'affinità tra questo punto e il "Salutare Consiglio" contenuto nel secondo comandamento fatto presente dal Cristo: "Amerai il prossimo tuo come te stesso"?!

Alla prossima uscita.

Cordiali saluti.
Robino Mariano


© Robino Mariano



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