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Terapia energetica e crisi di identità - 1 di 32

Pubblicato da Mariano Robino in Trattamenti energetici · 31/10/2013 16:34:22

Visto per sommi capi il complesso di cause che possono portare alla crisi di coppia e messo in evidenza come, insieme alle Terapie Convenzionali, anche quella che io da anni chiamo Terapia Energetica (di cui nella mia pubblicazione relativa ai Trattamenti convenzionali - non convenzionali - collaterali - alternativi - complementari - ecc. ho fatto presente come ci siano differenze da altre terapie ove nel nome è compreso il termine energia) può essere di grande aiuto per uscirne in modo soddisfacente, passo ora a un tipo di crisi composto da numerose "sfaccettature" e che può avere effetti devastanti, ma può essere fronteggiato e superato in modo vantaggioso usufruendo del lavoro del terapeuta energetico.

Anche se l'abitudine porta ad attribuire un'accezione negativa al termine "CRISI", etimologicamente questo rimanda al concetto di "SCELTA": momento in cui si è chiamati a decidere un cambiamento per far fronte a mutate esigenze e/o circostanze; di fatto è un periodo di trasformazione che separa una precedente maniera di comportarsi, da un nuovo modo di ESISTERE, quindi di confrontarsi col mondo che ci circonda e reagire alle situazioni che gli avvenimenti portano in essere.

Appare quindi chiaro come la crisi rappresenti essenzialmente un momento di transizione che porta obbligatoriamente a un cambiamento. Pur essendo vero che s'accompagna a problemi - pericoli, è altrettanto vero che offre delle opportunità; ergo non può essere considerato unicamente un evento negativo, bensì un evento-rivoluzione più o meno ampia e profonda, che tutto ponendo in divenire determinerà una trasformazione. S'evidenzia così  sia l'idea di scelta, bene prezioso legato alla libertà dell'essere umano, che l'importantissimo aspetto di possibilità di crescita - maturazione dell'individuo: ben gestita offre quindi la possibilità di conseguire importanti vantaggi e insieme di divenire migliori. Fondamentale è sia non esser lasciati soli di fronte all'iniziale smarrimento, come non chiudersi e voler rimanere soli ad affrontare quanto in fondo generando imbarazzo, confusione, timore, . . ., tende tanto a far sprecare inutilmente più energie di quante sovente si disponga, quanto a bloccare in difesa su posizioni intermedie senza giungere a vera soluzione.

Poiché molte volte non si riesce a valutare in modo corretto e completo la situazione e si reagisce quindi in modo errato, trovandosi poi in una spiacevole o addirittura pessima condizione, come pure per il fatto che gli esseri umani hanno ottima memoria per quanto riguarda ciò che li ha fatti soffrire e di contro non buona memoria per il resto, è divenuto normale connotare negativamente la crisi.

Va ora detto che "crisi esistenziale" e "crisi di identità" sono termini che possono fondersi tra loro, giacché spesso la crisi esistenziale si rende presente e attiva durante una profonda crisi di identità della persona che va normalmente a colpire una o più microidentità (ce ne sono legate agli affetti, siamo infatti figli - genitori - fratelli/sorelle - amici - ecc., altre legate al ruolo che abbiamo nella società, siamo infatti medici - idraulici - ingegneri - operai - ecc., altre legate a come ci vediamo nella nostra mente e quelle legate a come pensiamo ci vedano gli altri, ecc.); una grave crisi di una di queste identità può innescare una crisi esistenziale in quanto tutto ciò porta una seria incrinatura al senso stesso del nostro stare al mondo.

Non voglio certo invadere il campo degli psicoterapeuti, ma per chiarire il concetto ritengo sia bene ricordare che l'analisi esistenziale è un percorso per conoscere se stessi al fine di trovare e curare le microlesioni nelle varie "sfaccettature" dell'essere d'una persona in tutti i suoi livelli di Vita; del resto già nelle antiche civiltà Greca e Romana s'insegnava che non si può "aver cura dell'uomo" se non si sa chi è l'uomo, dal momento che non si può conoscere qual è il bene dell'uomo se non se ne conosce l'identità; ecco perché è necessario portare l'essere umano sofferente in condizione di conoscersi (ri-conoscersi) secondo quanto già più volte spiegato parlando dell'azione dell'intervento energetico secondo il metodo che io uso) davvero, acciocché si possano individuare mezzi e vie per poter uscire in sicurezza da quel "luogo insalubre", ove per "ignoranza" era accidentalmente giunto: fondamentalmente "nihil sub sole novum"; e, cosa già evidenziata in altri articoli, ulteriormente ciò motiva la necessità d'Umiltà nel terapeuta (sovente chi da pochi anni è venuto a conoscenza d'uno o più modi per intervenire con i vari mezzi che l'Energia mette a disposizione, si sente in un certo qual modo "esaltato", gli/le pare di AVERE nelle mani un potere eccezionale: nulla di più falso! Con gli anni, io ad esempio ho iniziato sul finire del 1972 a occuparmi di Energia partendo dal punto di vista Religioso e non avrei mai immaginato di poter giungere a scoprire tanto, chi si rende degno d'esser chiamato "Terapeuta" comprenderà d'esser solo un "utile operaio", giacché il potere decisionale ultimo è sempre e solo nelle "mani" dell'UNITA', da cui dipendono anche l'Energia e quanti "altri" operano nella Realtà).

Spesso sintomi quali stati ansiosi, attacchi di panico, disturbi fobici, ecc., nascondono o derivano da queste microlesioni avvenute durante una fase di mutamento/adattamento della personale struttura per superare le prove che la vita continuamente pone di fronte. Ferma restando la validità dei mezzi riconosciuti e offerti dalla Medicina Convenzionale, è onesto ricordare come efficace sia pure l'aiuto che il terapeuta energetico può dare al/la paziente acciocché avanzi in sicurezza operando un po’ per volta le necessarie modifiche, sia agendo personalmente a mezzo del puro trattamento energetico: ripristinando una buona comunicazione tra i vari livelli, come riparando direttamente i "guasti" nei livelli ove riscontra "anomalie", sia rispondendo alle domande che possono venirgli/le poste da chi è venuto per essere curato/a, facendo a questi presente quanto il "sussurro energetico" ha reso evidente: sempre però con misura, giacché anche se è vero che tutto ciò che si dice deve rientrare in quanto s'è percepito, altrettanto vero è che ci vuole "buon senso" e non tutto può esser detto, ma solo ciò che il/la paziente in quel momento è in grado di comprendere/accettare-usare ed essergli/le così di giovamento. Di volta in volta si vedrà se aggiungere qualcosa, ma sempre e solo in funzione del massimo Bene di chi è venuto a chiedere il nostro aiuto.

È l'articolo più lungo che abbia mai messo in rete; spero possa meglio spiegare a tutti cosa faccio, soprattutto a quelli che possono averne bisogno e trarne giovamento.

Cordiali saluti.
Robino Mariano


© Robino Mariano



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