Trattamenti convenzionali, non convenzionali, collaterali, alternativi, complementari - 10 di 20 - Parliamo di... - Mariano Robino

Vai ai contenuti

Menu principale:

Trattamenti convenzionali, non convenzionali, collaterali, alternativi, complementari - 10 di 20

Pubblicato da Mariano Robino in Massaggio · 26/4/2012 14:06:32

Continuando il discorso sulla "buona volontà" val la pena ricordare che attualmente l’umanità sta attraversando un periodo di transizione che tocca ogni settore d’attività e pensiero, con mutamenti anche nel modo di confrontarsi con la Vita; inevitabilmente questa situazione comporta difficoltà e lotte, ma permette anche di scoprire nuove opportunità. Nella storia dell’Umanità la buona volontà è sempre stata rarissima, al contrario di avidità, ambizione, egoismo, ecc.. È lapalissiano che anche i progetti migliori sfumano se tra coloro che li redigono manca la reciproca buona volontà: se è vero che "una rondine non fa primavera", è altrettanto vero che "una sola mela marcia nel cesto può far marcire tutte la altre"; le stesse Conferenze non possono portare a buoni risultati se non c’è la buona volontà di cercarli. La presenza dalle buona volontà è requisito indispensabile per trovare soluzione agli innumerevoli problemi di ogni tempo e non solo: è l’espressione più semplice della capacità di "Amare" che delinea l’idoneità a vivere secondo la matura modalità dell’Essere (= inteso il valore di "essere esistente" comprendo anche l’intrinseca preziosità della vita e ne posso godere), anziché quella dell’Avere (= penso che si valga in rapporto a quanto si possiede ed al conseguente potere; non è alla mia portata capire il significato di: essere esistente).
Tornando al "processo d’integrazione" tra Convenzionale e Non Convenzionale, voglio ricordare un parere dell’inventore ed imprenditore statunitense Thomas Alva Edison, vissuto a cavallo dei secoli XIX e XX e che essendo ateo non guardava al soprannaturale, ma solo all’immanente: "il medico del futuro non somministrerà medicine, ma coinvolgerà il paziente nella cura della struttura e delle funzioni dell’organismo umano, nell’alimentazione, nelle cause e nella prevenzione delle malattie";  è quanto propone la Medicina Olistica, che considera l’essere umano un’unità fatta di corpo, psiche, spirito, . . .; è un concetto di un insieme inter-agente in inter-relazione ed inter-dipendenza su cui si basano le Medicine non Convenzionali.

La principale critica che viene fatta nei confronti di molte Terapie Alternative riguarda la loro mancanza di rigore scientifico: si ritiene imprescindibile che, pur essendo fondamentale l’evidenza dei fatti, indispensabile è siano tuttavia basate su solide fondamenta scientifiche. Nondimeno penso che trovando il "coraggio" di combinare saggiamente (la Saggezza, forma matura del buon senso, comprende le ragioni della scienza, ma la supera in completezza e Perfezione) i trattamenti non convenzionali con quelli convenzionali (operatori capaci di attenta valutazione e flessibilità mentale nella reciproca collaborazione), gran parte della sofferenza e del dolore di quanti "non stanno bene" potrebbero essere evitati: gli esseri umani sono più diversi che non uguali tra loro, quindi la ricerca di "una misura che vada bene per tutti" potrebbe essere un’impresa impossibile, più risultati si potrebbero forse avere abbracciando un approccio olistico multidimensionale e multidisciplinare, con la visione meno legata alla frammentazione in branche ultraspecialistiche, indubbiamente importanti, bensì rivolta all’intera persona che con le sue ansie, aspettative e timori è unica ed irripetibile.

Per inquadrare i motivi che ostacolano questo processo è utile ricordare come in tempi passati i medici formati nelle Facoltà di Medicina si trovarono ad operare parallelamente a mammane, mediconi e guaritori, che, benché privi d’una preparazione accademica, detentori tuttavia di molteplici ed eterogenei saperi legati al mondo popolare erano capaci di portare reale aiuto a chi ne abbisognava ed offrivano una presenza capillare ed importante sul territorio. Nel periodo tra la seconda metà del XIX secolo ed i primi anni del XX la Moderna Medicina portò a termine l’intento d’essere l’unico punto di riferimento per le questioni relative alla salute ed alla malattia, spogliando costoro d’ogni legittimazione a mezzo dell’accentramento legalmente riconosciuto di tutti i processi di produzione, riproduzione ed accreditamento dei suoi saperi unicamente all’interno delle proprie Università: curioso però il fatto che se l’esistenza della razza umana fosse davvero dipesa da questo tipo di medicina gli esseri umani si sarebbero estinti da tempo immemorabile; invece la selezione naturale ha portato all’evoluzione delle razze più adatte a sopravvivere, così come di quei rimedi popolari che hanno contribuito all’aumento del numero degli individui facendo diminuire i casi di morte. È tuttavia chiaro come l’individuazione da parte della Medicina Scientifica delle risposte curative ad un gran numero di patologie e la scoperta dei meccanismi che ne regolavano il funzionamento, da una parte, e dall’altra la scomparsa della "società contadina" in cui era nata ed in cui operava la Medicina Popolare, determinarono la vittoria della Moderna Medicina Scientifica che soppiantò quella Popolare, prendendole il posto. Quest’egemonia non subì incrinature fino a poco prima del 1970, quando, con l’avvento di importanti movimenti culturali di contestazione, iniziò ad aver luogo un’inversione di tendenza e buona parte della popolazione prese a cercare nuove risposte al bisogno di salute; anche il contatto con Culture Orientali ed i loro stili di vita indussero molti ad un "ritorno alla Natura", dalla quale la Società Occidentale negli ultimi decenni molto s’era allontanata.

Arrivando ad oggi troviamo che questo fenomeno ha investito numerose questioni come ad esempio l’accreditamento professionale (a livello mondiale ci sono almeno tre categorie di operatori assai tra loro diverse: i guaritori tradizionali rurali, i guaritori moderni ed i terapeuti regolarmente laureati), il ruolo dei Sistemi Sanitari Nazionali, i livelli normativi e le possibilità di studiare l’efficacia delle Terapie non Convenzionali. È umanamente comprensibile che a tutte le problematiche s’aggiunge il fatto che non si permette l’ascesa del prestigio d’un possibile "concorrente", deve conquistarsi il posto con le "unghie ed i denti" perché in una società come questa, ove l’importanza del denaro e del potere è enorme, è compromessa (Isaia 6, 9) la capacità di "vedere e comprendere", diventa quindi estremamente difficile fare i giusti "passi" per raggiungere la soluzione migliore.

Veniamo ora a quello che potrebbe essere il maggior ostacolo da superare: quella che in Occidente conosciamo oggi come Medicina Convenzionale studia l’essere umano con una visione materialista detta anche "riduzionista": l’idea di fondo è che indispensabile per conoscere e capire cos’è e come funziona questo essere sia l’andarlo a studiare nelle sue componenti più microscopiche (cellule, enzimi, ormoni, geni, ecc.), quasi fosse esclusivamente una "macchina" in cui le varie parti hanno azione distinta e separata; cosicché l’attenzione non può più essere portata sulla persona nella sua totalità e su tutti i fattori più importanti che congiuntamente influiscono sulla sua vita.

L’essenza del problema è: qual è la strada migliore da percorrere per occuparsi davvero in modo completo della salute globale dell’essere umano?

Cordiali saluti.
Robino Mariano


© Robino Mariano



Torna ai contenuti | Torna al menu