Intervento olistico - 1 di 4 - Parliamo di... - Mariano Robino

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Intervento olistico - 1 di 4

Pubblicato da Mariano Robino in Massoterapia olistica · 3/8/2009 09:03:22

Ho cercato di rendere vivo questo sito proponendo argomenti diversi in vari articoli.
Questo è stato anche un mezzo per rendere più chiara la gamma di servizi offerti.
Ora mi sembra arrivato il momento di soffermarmi sul significato di "intervento olistico", almeno per come lo intendo io.

È logico infatti chiedersi quale sia la differenza di fondo che c’è tra gli interventi tradizionali, che hanno un loro innegabile valore e sulla cui utilità pratica non si discute, ed un intervento come quelli presentati.

La differenza sta nella partenza, che porta a seguire un percorso diverso per arrivare alla meta, che è comunque sempre quella di migliorare la qualità della vita di chi sta patendo eliminando per quanto possibile le cause della sofferenza.

Nell’approccio olistico non ci si dimentica mai che l’essere umano nella sua vita è costantemente obbligato a confrontarsi con la legge della polarità: tutto ciò che si manifesta ai nostri occhi od alla nostra immaginazione è sotto forma di due poli, maschile - femminile, buono – cattivo, bello – brutto, ecc.; ogni concetto ha il suo polo opposto.
 
Olisticamente si pensa che scopo di questo cammino (vita umana) sia il superamento della polarità, così da poter vedere la "luminosità" dell’unità che comprende entrambi i poli e poter quindi da questa essere illuminati.

A tal proposito si può ricordare l’enigma della Sfinge: "Che cos’è che al mattino va su quattro gambe, a mezzogiorno su due ed alla sera su tre?".
Chi non sapeva rispondere moriva.
Si narra che Edipo si sia salvato rispondendo: "l’uomo!". Infatti, all’inizio della vita "gattona" usando sia braccia che gambe per muoversi, una volta cresciuto è in grado di camminare su due gambe, ma, giunta la vecchiaia ha la necessità d’aggiungere un bastone (terza gamba) su cui appoggiarsi.

Riflettendo su questo indovinello e la sua risposta si perviene però ad un significato più profondo:

  • il numero 4 è anche il simbolo della materia, a mezzo della quale l’essere umano può provare piacere e sofferenza, debolezza ed inquietudine, ecc.; ma,


  • è attraverso il confronto con la materia che ha la possibilità di evolversi ed arrivare alla  consapevolezza della polarità, simbolizzata dal numero 2.


  • Se l’essere umano non supera questo livello gli diventa impossibile trovare serenità duratura, ecc., perché dalla polarità viene anche il cambiamento.


  • È solo superando tutte le prove, compreso l’esame finale imposto dalla polarità, che l’essere umano può arrivare alla consapevolezza dell’unità in cui la polarità è compresa e "vinta".


Al fine di presentare un esempio che semplifichi questo discorso ricorrerò alla respirazione:

  • la respirazione è composta di due azioni contrarie, ma l’infante respira e non si pone il problema.


  • Crescendo diviene consapevole di inspirare e poi di espirare e gli è chiaro che sono due azioni tra loro diverse: è arrivato a concepire la polarità.


  • A prima vista può pensare che si possa eliminarne una e mantenere solo l’altra, ma non gli ci vuol molto per capire che se non espira non può neppur più inspirare: primo passo verso la consapevolezza dell’esistenza dell’unità.


  • Riflettendo comprende che l’unità, cioè la respirazione è composta da due forze che viste singolarmente sembrano antagoniste, mentre in realtà non hanno autonomia d’azione propria, giacché l’autonomia è esclusivo appannaggio dell’unità che come capo indiscusso può utilizzarle in modo ottimale per il mantenimento in vita dell’organismo; inoltre ora comprende che non ne può eliminare una delle due senza eliminare anche l’altra, infatti se non inspira non può neppure espirare: è giunto a concepire l’esistenza dell’unità che le governa entrambe;


  • Ora non gli resta che superare l’esame finale e cioè comprendere che non si può eliminare l’unità senza eliminare la vita: se non si respira sopravviene la morte; ed a meno di non voler accettare la realtà, non possono esserci dubbi in proposito. Ma, non voler accettare la realtà impedisce forse che quest’ultima abbia l’ultima parola?


Forse detto così può sembrare semplicissimo, ma a complicare le cose troviamo un altro importante aspetto della realtà materiale e cioè il continuo scambio, ad esempio, tra inspirazione ed espirazione che produce un ritmo ed il ritmo è il modello di base della vita che conosciamo; ma ritmo vuol dire anche alternanza, mentre l’unità non alterna la sua esistenza con l’esistenza di un’altra unità, inoltre ogni unità (non semplicemente ciò che può apparire un’unità) continua ad esistere secondo la propria natura: a mutare è ciò che appare, non ciò che è.

C’è ancor troppo da esporre per farlo in un’unica uscita, per cui riprenderò col prossimo articolo.

Cordiali saluti a tutti.
Robino Mariano


© Robino Mariano



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