Il terapeuta energetico - 15 di 17 - Parliamo di... - Mariano Robino

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Il terapeuta energetico - 15 di 17

Pubblicato da Mariano Robino in Trattamenti energetici · 1/10/2010 10:03:43

Mi rendo conto che questo articolo è stato difficile da seguire ed anche il tenore verbale ha dovuto a volte essere adeguato alla materia trattata, richiedendo quindi maggiore disponibilità all’attenzione nei riguardi del testo. Cose opposte alla velocità legata ad internet ed alla normale disponibilità di coloro che vi navigano.

Sarebbe un assurdo non fosse che non ritenendo di "vender fumo ai grulli", per non essere scambiato per ciò che non sono diventa giocoforza utile fare chiarezza a riguardo di quanto ci si può aspettare da un terapeuta energetico.

Oltre a ciò ulteriore motivazione è che, come penso sia chiaro a tutti, non lo faccio per hobby ma come lavoro, al quale ho collegato questo sito affinché quante più persone possibile sappiano che esercito seriamente la professione di massoterapista e terapeuta energetico, cui sono collegati ad una parte il drenaggio linfatico ed all’altra reiki e bhakti karuna.

Proprio per questi motivi, affinché chiunque possa rendersi conto che è un utile lavoro fatto per portare benessere e guarire, e non per illudere e svuotare i portafogli degli "ingenui", cerco di dare spiegazioni precise e spero facilmente comprensibili; in questo modo quanti più di coloro che potrebbero trarre beneficio da questi trattamenti possono essere raggiunti e portati a sapere che sono a loro disposizione "alla luce del sole", farsene un’idea, contattarmi ed usufruirne senza timore: nel caso per maggiore sicurezza i medici curanti volessero contattarmi, sono disponibile.

Nonostante tutto il mio impegno per offrire un’esposizione gradevole e snella, non ho trovato la maniera di trattare quest’argomento in modo più breve e più leggero; altrimenti sarebbe venuto meno l’impegno alla chiarezza nei confronti di voi tutti, punto questo che ritengo indispensabile affinché si possa guardare senza timore a questi trattamenti: non ci fosse un buon motivo, perché mai si dovrebbe prendere in considerazione per la propria salute una figura professionale non ancora riconosciuta? Ed allo stesso modo, perché mai si potrebbe chiedere che venga presa in considerazione per un eventuale riconoscimento, se si trattasse solo di "fumo senza arrosto"?

Ora, dopo aver "detto la mia" circa i problemi che si trovano volendo esercitare questa professione onestamente e con adeguata preparazione ed aver presentato esempi atti a rendere meno misterioso questo lavoro, che penso potrebbe essere un valido mezzo affiancabile ai trattamenti sanitari in uso, passo ad accennare ad una branca della medicina ove, a parer mio, queste tecniche opportunamente utilizzate potrebbero contribuire a risolvere positivamente molte situazioni "spinose": la psicosomatica.  

Collegandomi a quanto evidenziato nell’uscita del 15/05 relativamente ad emozioni, sentimenti, sofferenza e loro effetti, farò ora alcune precisazioni per ridurre al minimo possibili fraintendimenti.

La correlazione fra emozioni ed attivazione del sistema nervoso è stata dimostrata e si è constatato che in seguito ad un’emozione avviene una reazione a catena che coinvolge un grande numero di strutture nervose, che a loro volta attivano altre strutture del corpo, dando luogo a reazioni di emergenza onde mobilitare le risorse energetiche dell’organismo al fine di fronteggiare al meglio l’evento.

Normalmente è una reazione fisiologica costruttiva e superata la situazione di "pericolo" tramite i meccanismi omeostatici si ripristina velocemente l’equilibrio. Tuttavia si può arrivare a situazioni dalle quali l’individuo non riesce più a venirne fuori ed a causa della persistente stimolazione emozionale si giunge ad una reazione fisiologica distruttiva, con svantaggi per l’organismo.

Spesso con un piccolo aiuto se ne esce in tempo con positiva risoluzione degli effetti di quelle reazioni e ripristino dell’equilibrio; ma, quando il tempo passa senza che si arrivi ad una soluzione, l’alterazione emotiva può provocare modificazioni strutturali anche permanenti ed in questi casi si parla di malattia psicosomatica.

La psicosomatica è una branca della medicina che pone in relazione il corpo fisico col mondo emozionale ed affettivo: è anche un modo di osservare, valutare e proporre terapie guardando il paziente come un tutto unitario (similmente alla visione energetico-olistica, che al primo livello unitario superiore include anche il nucleo familiare: uscite del 15/07 e 01/08) dove la malattia, come ho accennato nell’uscita del 01/07 parlando di cosa indica la sofferenza, si manifesta a livello organico come sintomo ed a livello psicologico come disagio.

È quindi possibile ai medici distinguere tra malattie ove i fattori biologici, tossico-infettivi, traumatici o genetici hanno un ruolo preponderante e malattie, invece, ove determinanti sono fattori psico-sociali che danno luogo ad emozioni che causano conflitti.

Risulta chiaro che il benessere fisico ha una notevole influenza su sentimenti ed emozioni e viceversa questi ultimi provocano ripercussioni sul corpo ed in ultima analisi che i disturbi e le malattie psicosomatiche sono segnali molto importanti del disagio fisico e psicologico provocato da un eccesso di emozioni cui è seguita una mancata buona gestione delle stesse che non sono state opportunamente filtrate dal sistema cognitivo.

Naturalmente tutto è relativo alle caratteristiche del singolo individuo e comprende il vissuto emotivo, le esperienze vissute, le caratteristiche della sua personalità, le motivazioni personali, la vita fuori dal lavoro e quella sul lavoro con relative prospettive all’interno di quel "mondo".

Arrivato a questo punto non compete più a me portare avanti il discorso sapendo tener conto anche di tutte le sue "sfaccettature"; è giustamente compito degli specialisti del settore: un conto è cercare di dotarsi di una preparazione di base per meglio collaborare, diverso è voler occupare un posto che non è il proprio.

Come al solito io accenno per dare motivazioni plausibili alla possibile presa in considerazione delle terapie che utilizzo, onde affiancarle a quelle convenzionalmente attualmente in uso: io non pongo mai degli "aut . . . , aut . . . ", bensì propongo sempre la cooperazione, essendo mia convinzione che, senza prevaricare alcuno, è unendo in armonia le forze per raggiungere una situazione migliore che si possono ottenere davvero i migliori risultati.

Qualcuno m’ha giustamente chiesto se, oltre a parlare di collaborazione su internet, non mi sono mai esposto con richieste ufficiali; non dirò di quanto detto a voce in pubbliche sedi, perché come tutti sanno "verba volant, scripta manent", ma già nel 2008 ho fatto protocollare presso pubbliche strutture sanitarie delle proposte di collaborazione professionale.

Nessuno pensi che me la sia presa per la mancata accettazione; le autorità sanitarie devono essere molto caute nel decidere (lo faccio sempre anch’io di fronte a ciò che non conosco) per salvaguardare la salute pubblica: finché i tempi non saranno maturi non sarà possibile; scopo di questo sito è sia pubblicizzare (non lo faccio per passatempo) il mio lavoro richiamando l’attenzione di chi ne ha bisogno, sia contribuire a questa generale maturazione.

Cordiali saluti.
Robino Mariano


© Robino Mariano



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