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Descrivo ora gli ultimi due dell'elenco proposto:
Schizoide: manca il desiderio di relazioni strette con altri esseri umani ed è presente un distacco emotivo rispetto alle persone e alla realtà che lo circondano, cosa che impedisce di trarre piacere dalla realtà esterna e percepirsi come pienamente esistente nel mondo, di conseguenza assente o ridotta è la capacità di provare vero piacere o interesse in qualsiasi attività e al tempo stesso fa apparire lontano/chiuso in se stesso, elusivo/freddo. A differenza della schizofrenia il disturbo non intacca le capacità cognitive e logiche e, benché non vi partecipi emotivamente, l'individuo è consapevole della realtà. Spesso sono considerati dagli altri come eccentrici, isolati e solitari.
Schizotipico: oltre alla tendenza all'isolamento sociale si trovano uno stile comunicativo e di pensiero eccentrico insieme a stranezze nel comportamento e idee/credenze insolite; tuttavia la percezione della realtà non è alterata e il pensiero, sebbene appaia divagante e strano nello stile, non è tuttavia disorganizzato. Possono perdersi nei propri pensieri (le idee fisse non sono forti come nel paranoide, ma non ci sono proiezioni di ostilità verso l'esterno), isolarsi e mostrare blanda ansietà.
Con questa rapida "carrellata" senza pretese ho presentato un "ventaglio" di situazioni in cui anche il terapeuta energetico può dare il suo contributo per aiutare chi lo vuole a uscirne e vivere meglio, così da contribuire a migliorare la vita di tutti.
Anche il massaggio terapeutico può essere un aiuto aggiuntivo da prendere in considerazione a seconda della situazione in cui ci si trova a operare. I blocchi energetici sono infatti ostacoli che si oppongono alla libera circolazione dell'energia; e l'emozione che più impedisce/blocca/impoverisce il corpo della sua energia è la paura, che oltre a bruciare energia blocca a livello muscolare. Gli stimoli percepiti generano sensazioni e da sempre la "sana" paura ha aiutato gli appartenenti al Regno Animale a salvarsi la vita tramite improvvisi attacchi che dissuadono l'avversario, o a mezzo della fuga; ma nella quotidianità la possibilità di rispondere in tal modo alle aggressioni che dalle situazioni che viviamo ci vengono diventa impossibile nella maggioranza dei casi, e ciò determina un blocco del livello ove ha agito lo stimolo: il sintomo è correlato al blocco ed è espressione di un'emozione; un blocco primitivo può portare alla formazione di un blocco principale eretto a sua difesa in un livello diverso da quello ove sta il primitivo; a complicare le cose vengono i blocchi secondari, che si possono immaginare come i nodi di un'ampia rete; va tenuto presente che una carenza energetica, ugualmente alla necessità di scaricare l'eccesso di energia, finisce per far "ammalare" il soggetto. Un ciclo di massaggi idonei a sciogliere a livello fisico questi blocchi unito a una corretta terapia può accelerare il processo di "guarigione" aumentando la fiducia in chi ne trae beneficio. Questo tipo di massaggio non è quello del fisioterapista/terapista della riabilitazione, ma quello che può offrire un massoterapista olistico preparato; a questo riguardo in altro articolo ho esposto una bozza di piano di studi per un'apposita laurea magistrale attualmente mancante.
Oggi il/la paziente arriva dal terapeuta energetico dopo aver già "bussato a varie porte" e ormai tendente al pessimismo offre di sé immagini del tipo: avverte solo in piccola/minima parte la gioia di vivere, o addirittura non l'avverte più ed è incapace di divertirsi, come di trovar qualcosa che lo/la rassereni; è incline a essere solitario, serio, malinconico, disciplinato/sottomesso, si autocritica; tende a esprimere rimpianti uniti a sentimenti di inadeguatezza e disperazione; alcuni appaiono meticolosi, perfezionisti, coscienziosi oltre ogni limite, preoccupati del lavoro (al giorno d'oggi ormai più che a ragione), sentono fortemente la responsabilità e il suo peso, quando poi devono affrontare nuove condizioni di lavoro/vita con facilità cedono allo scoraggiamento; temono la disapprovazione, tendono a soffrire in silenzio e alcuni confessano di piangere per un nonnulla, sebbene (soprattutto gli uomini) mai in presenza d'altri; sovente la tendenza all'esitazione, all'indecisione, alla cautela è un velo dietro cui si nasconde un sentimento di insicurezza più o meno grave unito a una scarsa autostima. Sono quasi completamente convinti di non poter più trovare nella loro vita qualcosa/qualcuno che ancora li possa rendere speranzosi -
Nei casi meno gravi troviamo persone che hanno preso a pensare già in partenza al peggio con la speranza d'esser meno delusi se e quando la conclusione fosse peggiore delle aspettative, che si son lasciati prendere la mano col risultato di comportarsi poi in modo tale da attirarsi quasi come una calamita esiti spiacevoli; ci si può anche trovare in presenza di persone che sono diventate così a causa dell'ambiente in cui sono cresciute, si tratta in questo caso di modalità operative apprese nel passato in quanto funzionali al superamento di qualche situazione emotivamente coinvolgente e che hanno portato qualche vantaggio, quindi vengono per tale ragione tenute in vita e non ci si avvede che invece al momento secondari sono i vantaggi, mentre primari al contrario i danni. Vi son poi altre cause a dare il via a questa discesa nella desolazione, tra cui devastante quella di coloro che son partiti dal non aver saputo accettare determinati inaspettati eventi, inutilmente han cercato con ogni mezzo di opporsi e/o raggiungere le mete che s'eran prefissi, nello scorrere del tempo ai loro occhi hanno collezionato troppe sconfitte per poter ancora nutrire la speranza, cosicché lentamente ogni cosa ha perso valore per loro sino a che son crollati piegati su se stessi e possono giungere a odiare la vita stessa.
Chiaramente non voglio approfondire portando il discorso in ambito strettamente medico; quindi devio proponendo una domanda: "è seriamente ipotizzabile che la mente umana sana sia più portata a distruggere che non a costruire?"
Non è certamente ipotizzabile, altrimenti il genere umano non sarebbe sopravvissuto per millenni; ma è altrettanto vero che anche la mente può ammalarsi e anziché consistenza fisica come virus e batteri, gli agenti patogeni a questo livello sono "idee -
perché sono portato a vedere tutto nero?
Con questo atteggiamento voglio forse comunicare un messaggio alle persone che mi stanno intorno? . . . e se si, quale?
Che vantaggi mi vengono da questo atteggiamento? . . . e quali svantaggi?
Col mio atteggiamento ipercritico sulla quotidianità, la visione negativa del passato e il pessimismo riguardo al futuro, cerco forse di smentire qualcuno? . . . una parte di me in cui continua a vivere qualcuno che ha contribuito alla mia educazione?
Ecc.
Cordiali saluti.
Robino Mariano
© Robino Mariano