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Terapia energetica e crisi di identità - 22 di 32

Pubblicato da Mariano Robino in Trattamenti energetici · 15/1/2015 17:40:55

Le piante ricordano condizioni ambientali che hanno incontrato in passato e le risposte fisiologiche che si sono dimostrate adeguate, si veda ad esempio come sanno prepararsi all'inverno e riprendersi in primavera, inoltre nel tempo dimostrano d'essere capaci di procedere per tentativi fino a trovar nuove e migliori soluzioni per risolvere i problemi e godere d'una condizione di vita migliore, cioè di apprendere. Danno prova d'esser capaci d'effettuare calcoli sul rapporto costo-benefici, quando ad esempio competono tra loro per la luce del Sole, bene essenziale per la vita vegetale; ugualmente quando considerano salinità, umidità, presenza di parassiti, ecc. del terreno su cui si trovano per decidere il miglior tipo di crescita: sviluppo delle radici - fogliare - allungamento del fusto - difese - ecc.: considerata la complessità della situazione non può essere una risposta automatica, ma un continuo "ragionare - sperimentare - riflettere - ecc." onde vivere nel miglior modo possibile. Hanno organi di senso molto raffinati, infatti s'è visto che una semplice radice di mais messa in un labirinto per renderle arduo giungere all'azoto, importante per la crescita, ci arriva senza sbagliare nel trovare la via più breve.

Le piante sono esseri sociali, ma non necessariamente socievoli, possono comunicare tra di loro sia a mezzo di sostanze che secernono dalle radici nel suolo, che molecole volatili emesse dalle foglie e dai fiori: possono essere tanto armi chimiche contro piante circostanti (poco potenti se rivolte a una della stessa specie, forti se è un'avversaria: percependo questi stimoli l'apice radicale della pianta vicina sfruttando quanto ricorda decide cosa fare.) o i predatori, che messaggi amichevoli per attirare impollinatori o avvertire altre piante della presenza di pericoli e così dar loro il tempo di prepararsi ad affrontarli (anche le piante evidentemente riconoscono che l'unione fa la forza e aumenta possibilità di sopravvivenza e di riprodursi); l'uso dei segnali visivi e olfattivi evidenzia l'effettiva intenzione delle piante di comunicare anche con gli animali; quindi un'intelligenza vegetale si aggiunge a quella animale.

Consideriamo che ogni apice radicale della singola pianta è autonomo e può decidere cosa fare in autonomia; una pianta adulta può avere centinaia di radici e quindi di piccoli cervelli, che in caso di necessità nell'interesse superiore dell'essere di cui son parte sanno anche comunicare tra loro e coordinarsi; ne risulta un cervello "sparso", quasi una rete, capace di fornire alla pianta una forma di coscienza di sé; infatti, mettendone due geneticamente identiche accanto, quella che è messa in ombra dall'altra si muove alla ricerca della luce, mentre non fa nulla quella che s'accorge di farsi ombra da sola con un ramo. Inoltre sono dotate di qualcosa paragonabile al nostro olfatto e la loro sensibilità alle vibrazioni è tale che probabilmente sono in grado di percepire quelle della nostra voce: "Sono magari in grado di capirci?". Si dice che i Popoli Pellerossa chiamassero "Popolo di Pietra" la struttura minerale su cui tutti vivono e gli alberi il "Popolo in Piedi"; oggi si sa per certo che hanno organi sessuali, producono ormoni e sono esseri intelligenti; quindi anche l'attuale modo di valutare le forme di vita vegetale dovrebbe farsi più attento.

Gli esseri più grandi e longevi che esistono sulla terra fanno parte dei vegetali; per di più quello che vediamo è la parte che esce fuori dalla terra, quella riproduttiva, mentre quella più "preziosa" che permette alla pianta di crescere - vivere nel miglior modo possibile - riprodursi - ecc. sta sotto terra ben nascosta: varrebbe la pena rifletterci, rivedere alcune posizioni riguardo agli aspetti della Vita e soffermarsi sull'importanza del cercare e trovare il tempo di estraniarsi per un po’ dalle "mille luci e rumori" di questo mondo e "interiorizzarsi" per ri-trovarsi e ri-conoscersi . . . chi non si conosce non sa cosa fare per curarsi - guarire - star bene - trovare la serenità - ecc..

È un'idea abbastanza diffusa che l'evoluzione sia come una piramide: esseri unicellulari alla base, poi piante, a seguire insetti, rettili, uccelli, mammiferi; in cima l'uomo/donna col cervello capace di pensare; si potrebbe quindi ritenere che le piante siano a un basso livello evolutivo. Assolutamente falso: si da il caso che qualsiasi organismo vivente oggi esistente di fatto è all'apice della SUA catena evolutiva, ma capire perché l'evoluzione avanzi contemporaneamente per così tante vie non è di facile comprensione; per fare un esempio posso ricordare che le angiosperme sono piante che si sono evolute dopo l'avvento dei mammiferi . . . la stessa ricerca scientifica ha dimostrato che il più delle volte ciò che è non è quanto appare; a livelli non indagabili dall'umana mente quest'insieme di operazioni possono avere un significato che ci sfugge; è un fatto degno di grande attenzione, invece normalmente non gli si presta molta attenzione.

È poi il caso di considerare come individuo significa essere indivisibile, infatti una parte amputata a un umano non ha possibilità di generare un altro individuo; tra gli animali i lombrichi son strutturati in modo da sopravvivere formando due individui dopo essere tagliati in due, ma nelle piante questa possibilità è esaltata: sono "costruite" in maniera assai differente dagli animali; possono muoversi, ma non hanno la possibilità di spostarsi fisicamente, però una loro parte staccata e portata altrove può attecchire e "costruire" una copia della pianta da cui origina; non hanno organi come fegato, polmoni, cervello, ecc., tanto che può arrivare un animale e mangiarle per nutrirsi senza ucciderle: la loro struttura è formata da tanti moduli che possono anche venir portati via alla pianta che li ha generati, senza che ciò le tolga la vita.

Sono organismi strettamente territoriali che si sono forzatamente evolute ognuna all'interno d'una particolare zona, mentre gli animali da sempre hanno avuto la possibilità di spostarsi alla ricerca dei luoghi più adatti alla loro sopravvivenza: anche riflettere su come queste particolari forme di vita, che non possono scappare di fronte all'avvento di situazioni pericolose, si siano adattate a far di necessità virtù e riescano non solo a sopravvivere, ma ad abbellire anche i luoghi peggiori, può far scoprire insperate vie per uscire dalla "spirale" che in una crisi trascina verso situazioni sempre più difficili e dolorose. Senza i vegetali assai ardua, se non impossibile, sarebbe l'esistenza d'una catena alimentare; mentre se a mancare fossero gli animali, ciò non renderebbe impossibile la vita dei vegetali: si adattano a vivere ovunque, tanto in zone dove quasi non piove che immerse nell'acqua, sia dolce che salata; quando dopo l'eruzione d'un vulcano si formano delle isole, appena la temperatura del suolo s'abbassa le prime forme di vita che le colonizzano sono i vegetali; i semi sono spostati dal vento e alcuni, come ad esempio le noci di cocco, anche dall'acqua, considerando l'immensa quantità di specie è chiaro che i vegetali riescono a crescere ovunque.

Cordiali saluti.
Robino Mariano


© Robino Mariano



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