Terapia energetica e crisi di identità - 31 di 32 - Parliamo di... - Mariano Robino

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Terapia energetica e crisi di identità - 31 di 32

Pubblicato da Mariano Robino in Trattamenti energetici · 23/7/2015 16:31:28

Da sempre gli esseri umani hanno sentito il bisogno di cercare e trovare la Verità e tra questi nel corso dei millenni alcuni son stati "torce che hanno illuminato la via" agli altri; molti sono i testi, patrimonio delle culture cui appartengono, che a chi non si limita a leggerli, ma fa seguire concreta riflessione assimilandone il "succo", rivelano "aspetti" della Verità; quella stessa "inquietudine" che oggi genera incolmabile "senso di vuoto interiore" e tante "brutture" viene in gran parte dal rifiuto o dall'ignoranza nei confronti della Verità; ma anche i segni di diffuso scoramento per come vanno le cose, di penoso sconforto di fronte alla propria impotenza, di costante dubbio in un'epoca ove le trasformazioni si rincorrono con sorprendente velocità, modificando continuamente le condizioni in configurazioni mutevoli e provvisorie, cosicché mancando inalterabili punti di riferimento diventa sempre più complessa l'interpretazione dell'esistenza e ne segue un diffuso senso di smarrimento e di precarietà, che sicuramente hanno la loro parte di responsabilità nei diversi disturbi di cui ho parlato, affondano le "radici" nell'impossibilità di vivere sereni se manca la conoscenza di verità su cui fondare la propria esistenza.

In tempi relativamente recenti lo psichiatra austriaco Viktor Emil Frankl (1905 - 1997) più volte sottolineò che "ogni epoca ha la sua nevrosi e necessita della sua psicoterapia"; di certo in questa terapia penso dovrebbe rientrare il far comprendere come ogni individuo è unico e irripetibile, quindi l'incontro tra due persone può ed è bene venga vissuto anche nella dimensione che trascende l'immanente con la sua illusione del divenire, così tra le altre cose almeno in parte si limiterebbero tanti gesti folli. Altro punto sarebbe far intendere l'importanza per il nostro equilibrio e ben-essere di saper vivere in rispettosa sintonia con quanto ci circonda, cosicché per gradi in modo spontaneo si annulli lo sfruttamento "selvaggio" della Natura lasciando il posto a un equo uso di quanto Essa offre e al tempo stesso per collegamenti analogici questo modo di "porsi al mondo" porti a intuizioni salutari: anche questo rientra nella Saggezza, senza la quale la serenità è sempre in pericolo.

Ho già evidenziato come nel nostro tempo ci siano fattori di vulnerabilità che aumentano la fragilità delle persone e come ben poco sia a disposizione per giungere a conoscere la propria reale identità e quindi tanto meno quella degli altri, con conseguente dilagante "analfabetismo emotivo = lontananza da se stessi"; ciò porta non solo all'incertezza riguardo al futuro, ma a demotivazione, all'apatia, a quel senso di vuoto di cui ho già parlato; e soprattutto il comportamento schietto dei giovani lo mette in luce: il diffuso disagio può generare aggressività, bullismo, condotte a rischio, tossicodipendenze, devianze, depressioni, suicidi; ma il disagio in definitiva indica la presenza di una mancanza, una lontananza da qualcosa di necessario insieme al desiderio frustrato di giungere a quel qualcosa; non sono i beni materiali a poter fare la differenza visto quanto succede anche a chi non ha problemi economici . . . quel "qualcosa" non è materiale.

Già all'inizio degli anni '50 lo psicologo statunitense Rollo Reece May (1909 - 1994), che insieme a Carl Ramson Rogers (1902 - 1987) è stato uno dei padri fondatori del Counseling, sosteneva che il problema primario delle persone era il vuoto, la noia, l'apatia e l'indifferenza, cosicché "non solo non sanno quello che vogliono, ma non hanno la più pallida idea di quello che sentono": a guardare quanto accade sembra che la nostra stessa società abbia subito un processo di "adolescentizzazione" in quanto c'è una reale diffusa paura a diventare adulti, molti anagraficamente adulti in effetti tali non sono: per effetto di alcune trasformazioni culturali l'importanza della libera scelta, il concetto di autodeterminazione, la conseguente piena fiducia nell'essere umano e nel suo potenziale, tanto si sono indeboliti che la normale criticità dell'età giovanile oggi tende a prolungarsi e stabilizzarsi come crisi non più dei giovani, ma della società.

Come più volte ho ripetuto nei miei articoli, il terapeuta energetico non si limita a prendersi cura del singolo individuo che viene a chiedere aiuto, ma "energeticamente" la sua azione si estende a tutti gli esseri viventi. Penso che nell'attuale situazione anche agli psicoterapeuti non basti più gestire la crisi individuale del/la paziente di cui si prendono cura, bensì debbano fronteggiare anche la crisi della società e della cultura; è certo che il vivere con sentimenti d'insicurezza, precarietà e crisi produce conflitti e sofferenze a livello psicologico; ma, stante la società in cui viviamo, ciò non è sufficiente a garantire che l'origine del problema sia psicologica: per fare un esempio posso dire che non è tanto un intervenire in aiuto d'una persona che si trova su una barca in mezzo a una tempesta e guidarla acciocché possa approdare in un porto sicuro . . . IL PORTO SICURO NON C'E' PIU'!

Come ho già detto in questi anni occorre: imparare a vivere nel mondo, ma non permettere al mondo di vivere dentro di noi!!! Quindi, sin tanto che i/le pazienti non avranno desiderio di fare questo passo (importantissimo a tal riguardo può essere l'intervento energetico di cui parlo) penso sia già un successo lo "stabilizzarli nella crisi" che investe l'odierna società, acciocché riacquistino almeno un po’ di serenità e ben-essere; e con loro anche quanti li hanno "cari" . . . quando il disagio è un fatto culturale e non più solo psicologico, allora la risposta di cui si ha bisogno non è tanto "clinica" quanto piuttosto EDUCATIVA: a partire dalla scuola, con formazione e sostegno agli insegnanti, e continuando, perché anche quanti sono usciti dalla scuola ne hanno assoluto bisogno.

È un errore limitarsi a ricondurre l'odierno disagio unicamente a dinamiche di tipo psicologico e affettivo, oppure a condizioni di tipo socio-economico; cosicché la cosa più logica sembri elaborare interventi incentrati sulla promozione del benessere emotivo e relazionale, oppure sulla riduzione o, meglio ancora, rimozione degli svantaggi economici e della marginalità sociale di molti (cose per altro utili); neppure è corretto pensare basti aggiungervi la via "farmacologica" per risolvere il problema: il disagio è una "malattia dell'anima" e non può quindi essere definitivamente curata con medicine materiali . . . la Terapia Energetica che propongo lascia ai medici l'uso dei medicinali, agli psicoterapeuti le loro terapie, a sociologi - politici - ecc. altre vie, e si interessa della cura del/la singolo/a paziente "inserito e inter-connesso/-dipendente/-agente con l'Intero Esistente"; quindi in definitiva è anche una risposta tanto "clinica", quanto educativa e, com'è ovvio nella Terapia Energetica come io la conosco, tende non tanto a trasmettere conoscenze e nozioni, quanto ad affinare la "coscienza" dei singoli acciocché possano scorgere le esigenze racchiuse nelle situazioni che vivono e la Via per trovarvi soluzioni che le soddisfino.

Arrivederci alla prossima e ultima uscita.
Robino Mariano


© Robino Mariano



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