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Poiché trattare il problema di crisi d'identità/esistenziale degli esseri umani secondo un punto di vista non convenzionale porta il discorso oltre i consueti confini, mi pare corretto far riflettere sul fatto che ben oltre i due terzi della biosfera, cioè tutto quello che consideriamo vivo, è rappresentato dal Regno Vegetale; considerato tutto ciò è chiaro che un atteggiamento troppo antropocentrico non è accettabile, anzi, è prestando attenzione e considerando in quante forme e modi la Vita si rivela a noi che si evidenzia come ciò che appare sono mezzi.
Il discorso potrebbe poi allargarsi e, prendendo in considerazione come alla base possa esserci una Coscienza Universale, riflettere sui processi individualizzanti e armonizzanti passando attraverso i vari punti di suddivisione nel tempo, le conseguenze delle particolari condizioni ambientali, ecc.; questo è però solo un articolo, quindi non vado oltre l'accenno. In ogni caso penso d'aver fornito "materiale" per motivare il prendere in considerazione sia che l'encefalo possa non essere l'artefice di pensieri, sentimenti, coscienza di se stessi, ecc., come pure l'esistenza di un'Entità, che va oltre la materia e questa realtà, e che presiede tutto ciò, indipendentemente dal fatto che l'umana scienza possa dimostrare o negare tale esistenza.
Per aumentare le possibilità di comprendere come l'intervento del terapeuta energetico, che certo non disdegna quanto la scienza mette a disposizione ed è ben lieto di collaborare con quanti operano in campo Sanitario e Sociale, non sia simile ad altri interventi in uso nella Medicina Convenzionale, ho portato la riflessione non solo oltre l'ambito prettamente umano, ma al di là anche dell'ambito animale: l'azione che si mette in atto operando in unione con l'Energia è tesa a prendersi cura della Vita, quindi va oltre il risolvere semplicemente singole situazioni per gravi possano essere . . . infatti, assistendo la persona nel percorso di superamento d'ostacoli e problemi causanti il dichiarato stato di malessere psicofisico e non solo, si agevola anche l'intervento delle Unità superiori di cui quella persona fa parte, quindi si co-
Tutto ciò anche per offrire maggiore possibilità d'aver coraggio senza essere temerario e libertà di aprirsi a nuove conoscenze; tener conto di queste conoscenze è un po’ essere come l'uccellino che sente tremare il ramo su cui è appoggiato, eppure continua a cinguettare tranquillo, conscio d'aver le ali che gli permettono di salvarsi volando via.
Ho voluto spendere qualche parola sulla reale importanza della materia relativamente alla Vita per il fatto che, a differenza del passato, con ogni mezzo sempre più si cerca di non accettare e non lasciar vedere l'importanza di ciò che trascende la materia e al contrario troppa si vuol darne a quest'ultima: se la consapevolezza non va oltre il materiale diventa impossibile vivere pienamente l'esistenza che si ha; anche quando si raggiunge uno stato di relativo ben-
Ho iniziato l'articolo ricordando che il termine "CRISI", etimologicamente rimanda al concetto di "SCELTA"; quando si è chiamati a decidere un cambiamento per far fronte a mutate esigenze e/o circostanze, quindi a escogitare un nuovo modo di ESISTERE per confrontarsi col mondo che ci circonda e reagire alle situazioni che gli avvenimenti portano in essere: un evento-
Il poter scegliere è possibilità di crescita -
Ho evidenziato come spesso stati ansiosi, attacchi di panico, disturbi fobici, ecc., sono sintomi che nascondono o derivano da queste microlesioni avvenute durante una fase di mutamento/adattamento della personale struttura per superare le prove che la vita continuamente pone di fronte; ecco come l'ansia può rappresentare un richiamo alla nostra attenzione da parte dell'energia vitale che è in noi per metterci sul "chi vive" nelle situazioni di pericolo, quando non troviamo sufficiente senso in ciò che facciamo, non sappiamo dove stiamo andando e finiamo per perdere il senso della nostra vita. Un'ansia costruttiva ci permette di ri-
L'avvento della convinzione che il benessere è fondato sul possesso ha fatto perdere la coscienza dei reali bisogni; si rincorre l'effimero, il superfluo, spesso finendo per disprezzare il necessario, col risultato che anche quelle scale di valori che per millenni hanno permesso alle comunità d'esser solide e prosperare con evidente vantaggio per l'Umanità finiscono per essere disconosciute quando non addirittura derise; ecco allora che vengono a mancare "fondamenta solide su cui costruire" e il sentire "nebbiosamente" in sé che così non va porta all'inquietudine: quando gli unici valori intorno a cui gira l'esistenza sono sganciati dai bisogni reali, ecco arrivare l'ansia = paura di perdere tutto.
Cordiali saluti.
Robino Mariano
© Robino Mariano