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Di solito dopo qualche anno, "digerito" quel fascino che ci aveva attratti, infiacchita dalla routine la passione dei primi tempi, il rapporto di coppia si ritrova poggiante su un sentimento in un certo qual senso "ridimensionato" e ci si chiede perché.
Il problema sta nel fatto, assolutamente normale, che quando ci si è incontrati è stato messo bene in mostra davanti a sé, quasi fosse un grande cartello pubblicitario, quanto di noi riteniamo migliore e le "promesse importanti", ma al tempo stesso si è nascosto in un "sacco" dietro la schiena" quanto non ci piace di noi, specialmente debolezze quali "ho bisogno di qualcuno cui appoggiarmi – sono in lotta con me stesso – non ho il coraggio d’affrontar la vita -
Un desiderio che la stragrande maggioranza porta nel cuore è quello di trovare qualcuno con cui condividere quest’avventura che è la vita potendosi anche aprire completamente senza finzioni e timore d’essere feriti, ma sentendosi rispettato, amato e accettato sia per i lati "luminosi" che per quelli "tenebrosi"; e pare la cosa più logica pensare che nessuno più e meglio di quell’essere di cui si è innamorati possa tradurre in realtà un sogno così intimo e ambizioso. Ecco che non appena si raggiunge un buon livello di confidenza, benessere e sicurezza, senza che si sia coscienti della reale volontà di farlo, poco alla volta inizia a uscire qualcosa di quanto a suo tempo è stato celato; per motivi che stanno nel nostro intimo e difficili da decifrare, ci si aspetta che l’altro/a accetti di buon grado tali novità, invece l’altro/a si trova spiazzato/a.
Chiunque desidera trovare qualcuno capace di svuotarci quel sacco e liberarci di quel peso; ogni nuovo incontro importante riaccende la speranza d’aver trovato il "principe" o la "principessa" giusti per liberarci del "brutto incantesimo", e nonostante le "batoste" si continua a nutrire la speranza che prima o poi arriverà. A imbrogliare la situazione c’è il problema delle "proiezioni incrociate": entrambi gli innamorati hanno la sensazione che quanto contenuto in quel gran cartello pubblicitario che l’altro/a porta davanti a sé combacia perfettamente a quanto sperano per dare una definitiva sistemata all’odiato contenuto di quel sacco. Ecco che, confidando in ciò, dopo qualche tempo qualcosa prende a venir fuori da quel "sacco" facendo affidamento sul fatto che il partner l’accolga e potersi così sentire sollevati.
Senza voler entrare nel caso di quanti neppure prendono in considerazione tutto ciò, ritenendo che è assolutamente normale, come dice un mio conoscente, "dare la fregatura a qualcuno", quindi vanno avanti pensando che col tempo tutto s’aggiusta; un diffuso problema sta nel fatto che non si ritiene necessario cercare modo e momento per affrontare l’argomento dicendo al partner: "ascolta, io ho questo e quel problema, questi difetti . . . mi vuoi ugualmente anche con questo fardello o no?"; ci si aspetta invece che quel sentimento che nutre per noi gli/le permetta d’intuire i bisogni che noi stessi cerchiamo di non vedere. Se non intuisce si passa ad allusioni e mezzi accenni; se ciò non basta non è raro il caso ove, invece d’assumersi la colpa dello stato di cose, ci si sente incompresi e si cerca di farglielo capire con lamentele, accuse e pure mostrandosi offesi . . . confondendo quanto è possibile allo "Spirito Santo" con quanto è alla portata d’un essere umano! . . . come mai potrebbe anche il più innamorato dei partner risolvere un "difetto/problema" di cui, non volendolo riconoscere, non esponiamo in modo esplicito la natura? E come potrebbe aiutarci se, non volendolo riconoscere, non chiediamo mai espressamente aiuto per trovarvi soluzione?
Lamentele e accuse sono messaggi che trovano la loro ragion d’essere in quel fenomeno chiamato dagli psicologi "proiezione", che all’incirca funziona così: più nascondiamo un bisogno a noi stessi, maggiore è la tentazione di ritenere il partner responsabile della nostra insoddisfazione; inoltre, gli stessi aspetti che non si riconoscono in se stessi possono essere proiettati in misura più ampia su quanti ci circondano, col risultato di accentuare l’effetto. L’aspetto umanamente tragico di questa dinamica, ma logicissimo a livello energetico, sta nel fatto che ogni volta che in mezzo a tante persone cerchiamo l’anima gemella, quasi per assurdo ci sentiamo attratti quasi per magia dal tipo di persona (nulla a che vedere con l’aspetto fisico) che mai potrà sollevare e svuotare il nostro pesante fardello e neppure mai potrà rendere luminoso il nostro lato oscuro; ci si innamora sempre di persone che, facendoci soffrire, giungono a metterci a confronto in modo deciso coi bisogni che per non affrontare abbiamo "sotterrati", ponendo come sotto un riflettore le nostre incapacità di far fronte alle nostre necessità, acutizzando così il dolore che consciamente o inconsciamente portiamo in noi.
Energeticamente è lapalissiano: ognuno deve interamente fare la sua parte e non può pretendere che altri lo facciano al posto suo. Come ho spiegato parlando di Terapia Energetica, l’Energia è pronta a sostenere e aiutare chiunque onestamente s’impegni, ma non può essere ingannata; è quindi chiaro che, essendo questa una Legge Superiore, a nessuno verranno concesse scappatoie: ecco perché non ci è possibile innamorarsi e unire la propria vita a chi potrebbe fare il lavoro al posto nostro; e come mai va visto come un aiuto a tutti gli effetti il fatto che il partner ci ponga così drasticamente di fronte alle nostre responsabilità!
Un metodo alla portata di tutti per conoscere le proprie "ombre" consiste nel prendere carta e penna e giorno per giorno mettere per iscritto gli aspetti del partner che danno più fastidio e quelli che non si sopportano; non limitandosi ai soli aspetti "negativi", ma inserendo nell’elenco pure tutti quegli aspetti considerati qualità (che desidereremmo avere noi pure) e solo l’invidia che nutriamo, di cui non riusciamo a prendere atto, ci porta a detestare.
A partire dal momento in cui ci si accorge che qualcosa non va e non riusciamo a trovarvi soluzione e in tutti i successivi passaggi che allontanano, il trattamento energetico può essere un valido aiuto sia per chiarirsi le idee entrando in maggior intimo contato con se stessi e così scoprire possibilità di cui non si era consapevoli, sia per "ricaricarsi" e affrontare con più serenità i problemi e rinsaldare la coppia, o, se non si può fare altrimenti, lasciarsi mantenendo realmente buoni rapporti e non solo di facciata: anche la fine del rapporto a due può essere mezzo di crescita interiore, senza contare che il rapporto non muore, ma si trasforma e questo permette di accrescere la consapevolezza e ampliare la parte di orizzonte accessibile al nostro sguardo.
Cordiali saluti.
Robino Mariano
© Robino Mariano