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La presentazione dell’argomento per essere chiara e non dar adito a fraintendimenti ha dovuto, giocoforza, essere forse pesante da leggere e le riflessioni richieste sono il minimo che un terapeuta energetico (con la formazione che io ho ricevuto) possa consigliare, senza per questo obbligare nessuno.
Ora mi è possibile portare il discorso ad un livello molto più piacevole proponendo una poesia di Giosuè Carducci (1835 – 1907) facente parte delle Rime Nuove scritte tra il 1861 ed il 1887: CONGEDO.
Lui la scrisse per descrivere la figura del POETA; ma, sostituendo al termine poeta quello di TERAPEUTA il gioco è fatto: per molti versi ben s’adatta a descrivere la figura ed il lavoro del terapeuta energetico . . . se fate attenzione a quanto ho già scritto al riguardo nei precedenti articoli non sarà difficile vedere i punti di collegamento.
Mi scuso, ma per problemi di spazio non posso rispettare l’ortodossa impaginazione, che sola renderebbe in pieno l’incisività di questa splendida e vibrante canzonetta:
Il poeta , o vulgo sciocco, un pitocco non è già, che a l’altrui mensa via con lazzi turpi e matti porta i piatti ed il pan ruba in dispensa.
E né meno è un perdigiorno che va intorno dando il capo né cantoni, e co ‘l naso sempre a l’aria gli occhi svaria dietro gli angeli e i rondoni.
E né meno è un giardiniero che il sentiero de la vita co ‘l letame utilizza, e cavolfiori pe’ signori e viole ha per le dame.
Il poeta è un grande artiere, che a ‘l mestiere fece i muscoli d’acciaio: capo ha fier, collo robusto, nudo il busto, duro il braccio e l’occhio gaio.
Non a pena l’augel pìa e giulìa ride l’alba e la collina, ei co ‘l mantice ridesta fiamma e festa e lavor ne la fucina; e la fiamma guizza e brilla e sfavilla e rosseggia balda audace, e poi sibila e poi rugge e poi fugge scoppiettando da la brace.
Che sia ciò, non lo so io; lo sa Dio che sorride a ‘l grande artiero.
Ne le fiamme così ardenti gli elementi de l’amore e de ‘l pensiero egli getta e le memorie e le glorie de’ suoi padri e di sua gente.
Il passato e l’avvenire a fluire va ne ‘l masso incandescente.
Ei l’afferra, e poi de ‘l maglio co ‘l travaglio ei lo doma su l’incude.
Picchia e canta. Il sole ascende, e risplende su la fronte e l’opra rude.
Picchia. E per la libertade ecco spade, ecco scudi di fortezza: ecco serti di vittoria per la gloria, e diademi a la bellezza.
Picchia. Ed ecco istoriati a i penati tabernacoli ed a ‘l rito: ecco tripodi ed altari, ecco rari fregi e vasi pe ‘l convito.
Per se il pover manuale fa uno strale d’oro, e il lancia contro ‘l sole: guarda come in alto ascenda e risplenda, guarda e gode, e più non vuole.
Il mantice può essere paragonato al mezzo usato dal terapeuta per "mettersi in contatto e guidare" l’energia che viene poi incanalata e diretta per far raggiungere il massimo bene a chi chiede aiuto.
La fiamma può essere paragonata all’energia che sola (in determinati casi) permette di superare quegli ostacoli che bloccano e raggiungere così, passo dopo passo, il massimo bene: raggiungere questa meta è un percorso che dura tutta la vita; e l’energia può essere immaginata ora come la nave che permette la traversata dell’oceano impossibile a nuoto, ora come un aereo che permette di portare un aiuto assolutamente necessario nel più breve tempo possibile, ora come una gru che permette di sollevare e spostare enormi pesi che superano le possibilità delle proprie forze, ed altro ancora.
Il masso incandescente può essere paragonato alla "intricata matassa" di problemi, sofferenze, delusioni, umiliazioni, ecc. che il paziente non riesce a volte a dipanare e da cui, se lasciato solo, non riesce ad uscire, ma che viene domata dall’energia convogliata dal terapeuta: il paziente però non è semplice spettatore, ma, sostenuto, rinforzato e difeso dall’energia dovrà fare la sua parte; deve cioè "guadagnarsi la guarigione". . . penso non basterebbe un libro per spiegare esaustivamente a tutti questo "guadagnarsi" (prima della fine dell’articolo cercherò di dare ragguagli legati agli esempi che andrò a presentare affinché almeno questo "fare la sua parte" risulti più chiaro; "guadagnarsi" cercherò poi di spiegarlo meglio in un altro articolo più specifico); impararlo compiutamente fa parte negli anni della formazione del terapeuta, che dovrà poi, con la massima comprensione e tatto, spiegarlo ad ogni paziente nel rispetto della preparazione e della sensibilità di ogni singolo essere umano che ha di fronte; anche questo fa parte del trattamento energetico.
L’afferra . . . Picchia . . . E per la libertade . . . è il lavoro del terapeuta energetico, che "prende il toro per le corna" e per aiutare il paziente a ritrovare quella libertà di cui è stato privato, gli fornisce "spade" per poter combattere e vincere, "scudi di fortezza" dietro cui ripararsi in piena sicurezza, "serti di vittoria" come corona per la vittoria che conseguirà sulle difficoltà, "diademi", giacché ad ogni vittoria aumenta la "nobiltà" e la bellezza interiore; dopo tutta questa fatica alla fine il paziente può rilassarsi rendendo grazie (alla Divinità od a chi vorrà) e facendo festa.
Per se . . . fa uno strale d’oro, e . . . : come ho già detto facendo del bene s’è automaticamente fatto del bene e ne gode.
Ora alcuni potrebbero chiedersi:" Ed allora perché si fa pagare? ".
Risposta: mai esoso, è comunque il suo lavoro che onestamente e diligentemente fa per contribuire a migliorare il "mondo" e contemporaneamente far fronte alle necessità della vita che richiedon anche denari per vitto, alloggio ed ogni materiale necessità . . . e l’operaio è degno della sua paga, come si legge a proposito della missione dei discepoli (senza che per questo il terapeuta energetico si dia tale importanza) in Luca 10, 7 " . . . l’operaio ha diritto alla sua mercede".
Per una singola uscita penso possa bastare. Con la prossima affronterò una riflessione sul come siamo arrivati all’odierna situazione che vede fusi insieme "smarrimento e speranza; certezze e disperazione, vita ed annientamento della stessa".
Altri prima di me ed in modo anche più articolato, più approfondito e più completo hanno affrontato la questione . . . non sto certo gareggiando per "arrivare primo", mi basta far presente ciò che ritengo importante relativamente alle attività oggetto di questo sito ed al "bene comune"; ragion per cui non pretendo nemmeno d’aver ragione, essendo questo solo il mio punto di vista, con tutti i personali buoni propositi e limiti.
Essendo il mio lavoro è comunque logico io faccia presente che la terapia energetica è anche un’efficace cura per contribuire a guarire coloro che, credendosi impotenti e vinti da questa realtà, cadono preda dell’ansia, dell’angoscia, della disperazione arrivando poi anche ad azioni che non avrebbero mai pensato di fare: è anche un’azione che contribuisce a ridare i perduti onore e potere all’essere umano.
Oltre alle utili terapie convenzionali a disposizione, non è un male sapere che esiste anche questa.
Cordiali saluti a tutti.
Robino Mariano
© Robino Mariano