Intervento olistico - 4 di 4 - Parliamo di... - Mariano Robino

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Intervento olistico - 4 di 4

Pubblicato da Mariano Robino in Massoterapia olistica · 3/9/2009 09:20:34

Siamo arrivati alla fine dell’argomento, che ho cercato di presentare in modo succinto senza però tralasciare di spiegare quei concetti che ritengo alla base di tutto il discorso:

1. legge della polarità, che come un velo nasconde allo "sguardo" l’unità fondamento della realtà;


2. evoluzione degli esseri umani, che porta a scoprire la "bontà" dell’interdipendenza;


3. ritmo, che genera equilibrio tra gli opposti, da cui la totale libertà nell’interdipendenza, che non solo non toglie nulla ad alcuno, ma fa si che l’unità da questa interdipendenza generata sia più di quanto sarebbe la mera somma delle parti da cui è composta, così come l’armonia presente in ogni unità è sempre più completa e perfetta man mano che si passa ad unità superiori.


4. meditazione, che come un potente telescopio permette di vedere ciò che è altrimenti invisibile, tagliando anche il velo della polarità, così come in un’indagine archeometrica dove con riprese di immagini in tutti i campi spettrali ed analisi di elementi e composti chimici è spesso possibile recuperare la leggibilità di immagini ormai completamente dissolte per le capacità dell’occhio, o coperte da altri strati di varia origine, cosicché documenti di rilevante valore storico ed artistico, che sembravano irrimediabilmente perduti, possono poi essere recuperati con idonei interventi di restauro ricostruttivo altrimenti impossibili.


L’essere umano che si presenta ad un operatore olistico viene fondamentalmente guardato come un’unità composta da un insieme di unità liberamente interdipendenti, ma nel contempo anche come una delle unità che compongono un’unità superiore:

  • si interviene su di lui nel rispetto di chi e quanto lo circondano, giacché possono avere influenza sul suo equilibrio;

  • ogni intervento viene fatto sull’intero per riarmonizzare una situazione di locale squilibrio che pregiudica l’equilibrata armonia delle parti.


A questo punto penso sia chiaro perché il lavoro di massaggio e quello energetico possono essere tra loro legati.

Studiando massoterapia ho imparato che vi sono tre assunti di particolare interesse per fare un buon lavoro:

1. l’individuo è un organismo intero: ogni cosa è connessa e correlata; prima analogia, ciò è in perfetto accordo con la visione energetico-olistica;


2. il tessuto muscolare contratto può non lavorare, possiamo cioè trovarci di fronte ad una contrazione di difesa in risposta ad una minaccia meccanica come un sovraccarico od un allungamento eccessivo; altra analogia visto che energeticamente si sa che blocchi di natura diversa provocano squilibri non immediatamente collegabili;


3. i tessuti molli del corpo rispondono al tocco, ed una teoria al proposito spiega questo fenomeno asserendo che il dolore miofasciale è causato da un circuito neuromuscolare autoperpetuantesi a feedback in cui lo stimolo del tatto interferisce ripristinando una normale funzione; anche qui v’è un’altra analogia in quanto l’intervento energetico in un modo in parte simile va ad agire a livello aurico e se necessario harico onde interrompere un circuito negativo al fine di ripristinare una generale situazione di benessere.


Questa è la partenza dell’intervento olistico: considerare l’essere umano come corpo, mente, spirito, anima, composto, unitario e componente al tempo stesso.

Per fare un esempio chiaro, si pensi ad un individuo che chiede il nostro aiuto e ci presenta il suo disturbo come un semplice dolore che dal collo sale alla testa col risultato di dare mal di testa e difficoltà al suo movimento.

Chiaramente lui ci chiede che si tratti quella parte, ma il terapeuta non fornirà un buon servizio a costui se si limita a fare quanto gli viene richiesto;

  • il problema potrebbe anche essere fortuitamente limitato a quella zona e trattandola lo si potrebbe risolvere, ma,


  • parlando potremmo anche scoprire che costui ha avuto una distorsione alla caviglia, di cui non s’è particolarmente curato, ragion per cui il suo corpo per difendersi dal male ha adoperato di meno l’arto leso, ma così facendo il risultato è stato che i muscoli dell’anca e del tratto lombare si sono contratti più del dovuto e di conseguenza v’è stata un’azione squilibrata nella schiena, che ha avuto ripercussioni sui muscoli del collo causando da ultimo la cefalea. In questo caso il trattamento dei soli muscoli del collo non risolverà il problema. Ma,


  • parlando potremo anche scoprire di aver di fronte un individuo che somatizza un problema non fisico, ed in questo caso occorre spostare l’azione terapeutica in campo energetico, come ho già evidenziato negli articoli dedicati a "massaggio e terapia energetica", permettendogli quindi di scogliere quelle tensioni che sono alla base del disturbo. In questo caso è venuto meno il giusto rapporto di interdipendenza, cosicché dal disequilibrio che s’è venuto ad instaurare viene prodotto anche il dolore che costui accusa.


Olisticamente non si "fa mai la guerra" ad un qualcosa, ma è piuttosto un lavoro atto ad ottenere una "autorevole persuasione", cosicché tutte le parti che compongono l’intero collaborando trovino il modo di ripristinare l’armonia momentaneamente perduta: anche se umanamente qualcosa può sfuggire, energeticamente nulla viene tralasciato. Questo è però l’inizio di un discorso molto più lungo, che è qui solo accennato ed al momento mi sembra prematuro portarlo avanti.

Quello che invece dev’essere ben chiaro a tutti è che il lavoro del terapeuta energetico olistico non vuol sostituire il lavoro degli altri terapeuti sanitari; egli porta grande rispetto per tutti coloro che lavorano col fine di migliorare la qualità della vita, riconosce i propri limiti, volentieri offre la propria collaborazione ben sapendo di non essere indispensabile ed allo stesso modo invita a rivolgersi ai medici ogniqualvolta gli viene chiesto qualcosa che esula dalla sua competenza: ognuno fa la sua parte e grazie al cielo sovente dal lavoro di gruppo si ottengono risultati non altrimenti ottenibili. Per questo già dall’inizio ho sottolineato come queste siano da considerarsi terapie collaterali: l’unione fa la forza; ed anche se non indispensabile, ognuno può essere utile.
Riporto volentieri a questo punto una delle 125 poesie scritte dall’imperatore giapponese Meiji, il dottor Mikao Usui le utilizzava nei suoi incontri di Reiki per aiutare gli allievi a concentrare l’attenzione sull’aspetto essenziale delle cose ed io spero che anche in questo mio articolo possa ottenere lo stesso effetto:

FRATELLI
A volte in questo mondo
Il vento scuote la casa.
Ma le difficoltà sono vinte
se i fratelli
della famiglia
crescono in armonia (tra loro).

                                                                    
Sono giunto al termine di questa chiacchierata; nel prossimo articolo parlerò di come olisticamente si può guardare al drenaggio linfatico; sarà come al solito la mia opinione, per quel che conta,  e nel contempo un mezzo per farmi conoscere meglio.

Cordiali saluti a tutti.
Robino Mariano


© Robino Mariano



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