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Come ho fatto notare, da una parte la bellezza soggiace al "metro" con cui "misura" il soggetto osservante; dall’altra è un intero = unità, composta però a sua volta da unità più piccole. Ed ancora va tenuto presente che sovente le persone hanno bisogno di un aiuto per non trovarsi ad affrontare la vita sentendosi troppo deboli e fragili per far fronte alle difficoltà ed avversità che trovano sul cammino, questo soprattutto per evitare che giorno dopo giorno sempre più si sentano "sconfitti e/o traditi" da questa vita; purtroppo non sempre trovano un aiuto adeguato e le reazioni che seguono sono diverse da individuo ad individuo. Fermo restando che vi sono professionisti dell’area sanitaria preparati per affrontare i problemi di carattere psicologico, senza pertanto voler fare il loro lavoro, faccio presente un possibile aiuto che può venire da trattamenti diversi, che non vanno quindi visti come alternativi, quanto piuttosto come olistici corroboranti per rinvigorire corpo e spirito di chi affronta la sfida del cambiamento.
Il massoterapista olistico col massaggio inizia il lavoro di restaurazione per riportare all’autentico splendore quelle qualità trascurate, o che le vicissitudini han fatto dimenticare, benché concorrano a rendere più belle/i.
Il terapeuta energetico può portare avanti questo lavoro, così come intervenire autonomamente, prendendosi cura dell’intimo del paziente (anche se questo terapeuta nei limiti della sua maturità e preparazione è pronto ad accogliere sofferenza, vissuti e domande di quanti a lui si rivolgono, al fine d’aiutarli ad acquisire maggior consapevolezza della realtà, di se stessi, delle proprie difficoltà e potenzialità, acciocché possano modificare comportamenti dannosi, perdonarsi ed accettarsi per ciò che sono, quindi perdonare onde ritrovare serenità e benessere, tuttavia non vi è alcun obbligo di esporre verbalmente i propri guai come si farebbe con uno psicoterapeuta; non è necessario dirgli più di quanto si desidera; neppure è necessario far confidenza alcuna, se non se ne ha piacere, o se la sensazione di disagio nell’esporre i propri problemi supera il livello considerato accettabile: il lavoro energetico trascende l’immanente) e sorreggendolo/a mentre guarisce, mentre "rifiorisce" ritrovando quella perduta condizione di armonia su cui si fondano serenità, forza e bellezza. Fermatevi ad osservare per un momento e con attenzione (facendo silenzio dentro di voi) quanta armonia e bellezza vi sono anche solo nei fiorellini che, stretti tra le erbe dei fossi che cingono le strade, trovano la forza di non lasciarsi stritolare da queste e di sopravvivere tra fumi di scarico, immondizia buttata senza riguardo dai finestrini dei mezzi circolanti, incuria, ecc.: vivono la loro vita con coraggio, energia e gioia, rendendo più bello il luogo dove si trovano; se non si guarda solo "sbadatamente", ma ci si ferma per vedere "collegando gli occhi al cervello ed il cervello al cuore", sanno insegnare molto senza dir neppure una parola, cosicché qualcosa dentro comincia a muoversi, lavorare ed un nuovo entusiasmo da la forza di andare avanti con speranza.
Facendo ora un salto indietro nel tempo ci si può accorgere che albe e tramonti si susseguono, ma determinati argomenti restano; infatti già Platone (428 – 348 a.C.) considerava la bellezza capace di ordinare il caos che regna nella realtà sensibile così da farvi rispecchiare la superiore Armonia; ma si trattava di un argomento che veniva da tempi remoti, infatti questo ordinamento del disordine di questo mondo era secondo lui la realizzazione di un’antica profezia secondo cui la Bellezza avrebbe salvato il mondo. Nella Grecia del periodo classico antico, la Bellezza veniva considerata come l’esteriorizzazione di un’interiorità; ed anche Platone fa coincidere il Bello con il Sommo Bene. Ne consegue che la Bellezza non è che la manifestazione sensibile (materiale) di un’idea intelligibile (parte sottile, lieve), qual è per l’appunto il Bene; quindi, facendo 2 + 2 arriviamo al risultato che bellezza e benessere sono strettamente collegati. Attenzione però a non confondere l’apparenza con l’essenza: solo l’essenza non muta ed ha valore autentico, mentre l’apparenza oggi c’è e domani può non esserci più.
Fatta questa considerazione, anche per legare il primo punto del titolo col secondo, è coerente con quanto vado esponendo ricordare che su di un livello ancora più sottile di quello raggiungibile dal massoterapista olistico lavora il terapeuta energetico, il quale, senza voler occupare il posto degli psicoterapeuti, può intervenire con tecniche "particolari": vi sono casi in cui, se davvero si vuole guarire, occorre sperimentare una dilatazione di coscienza.
Quello che ora dirò può apparire assurdo, specialmente ai nostri giorni ed in questa nostra società tutta luci, voci, rumori, ecc. (è molto difficile estraniarsi anche per poco da tutti questi "sfavillii e richiami", per interiorizzarsi e nel silenzio riflettere e crescere in consapevolezza), ma è necessario elevarsi se davvero si vuol scendere nel profondo e trovare quanto è realmente prezioso; se non ci si eleva si può solo sprofondare e non è augurabile a nessuno. Questo è parte dell’essenza del lavoro a livello energetico:
permettere a chi vi si sottopone di prendere coscienza di se stesso/a,
di utilizzare risorse che neppure pensava d’avere,
di accedere ad una Realtà sconosciuta e senza falsità,
di aver coscienza di poter contare anche sull’aiuto che può venire da quella Realtà,
di divenir consapevole della debolezza di quelle paure che tanti problemi procurano: sono come nani le cui ombre proiettate sulla parete verso cui guardiamo paiono gigantesche, ma basta "girarsi" e . . . ;
di "ricordarsi" che ciò di cui ha veramente bisogno è già in lei/lui, non fuori; cosicché giorno dopo giorno è possibile riprenderne possesso; indebolendo ed allontanando così i precedenti motivi di tensione e sconforto.
Nell’Antica Grecia veniva fatta risalire ad Apollo un’importante esortazione "conosci te stesso"; e partendo da Socrate (469 – 399 a.C.) per arrivare ai nostri giorni moltissimo s’è riflettuto su questo motto: un invito a guardarsi dentro per divenire consapevoli che la vita è dentro di noi e non fuori, per conoscere i propri limiti che vanno accettati (cosa diversa da tollerati, giacché chi tollera non abbandona la speranza di poter cambiare le cose) per essere felici; ciò non significa abbandonare ogni tentativo di fare quanto possibile per migliorarci, perchè è proprio sapendo quali sono i propri limiti che si può raggiungere il meglio senza "cadere" per strada. Per questa via s’arriva ad una condizione di maggior benessere psicofisico con indubbi vantaggi; tra l’altro rende senz’altro più belle/i ed anche più recettivi e sicuri di sé, segue poi un miglior confronto con quanto e quanti ci circondano; cosicché, se non ci si limita a "guardare rasoterra", oltre a star sempre meglio è più agevole percorrere la via che porta alla serenità in senso ampio: la "sostanza" a differenza dell’illusione si lascia trovare.
Con la prossima puntata riprenderò il discorso sul benessere.
Cordiali saluti.
Robino Mariano
© Robino Mariano