Terapia energetica e crisi di coppia - 4 di 14 - Parliamo di... - Mariano Robino

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Terapia energetica e crisi di coppia - 4 di 14

Pubblicato da Mariano Robino in Trattamenti energetici · 14/3/2013 11:06:21

Benché esistano reali casi in cui altri e/o cause di forza maggiore "schiacciano" persone come interi popoli che non hanno i mezzi per potersi difendere e a pieno titolo si possono ritenere vittime, al di fuori quindi dell’argomento che vado a trattare, è altresì vero che molte più persone di quante si pensi in diversi momenti della propria vita vivono nella "posizione di vittima", vedendosi come l’effetto di qualcosa causato da altri. Questo è un grande pericolo in quanto, consapevolmente o no, queste "vittime" evitano di farsi quelle domande che potrebbero evidenziar loro la propria parte di responsabilità, nascondendo inoltre la forza che è in essi per meglio manipolare altri al fine di trarne vantaggi; col tempo diventano veri artisti nel comporre la descrizione dei ricordi in modo che appaia come qualsiasi cosa succeda sia sempre colpa d’altri; di fatto però, così facendo finiscono per non vivere la vita, sprecandola in un’inutile "commedia", che anziché farli migliorare e crescere in consapevolezza li fa regredire e peggiorare.

A questo riguardo si potrebbe riflettere su due domande vecchie quanto l’Umanità: "C’è una vita prima del concepimento?" . . . "C’è una vita dopo la morte?" . . . magari prendendo in esame anche quanto in questi anni ho pubblicato.

Uscire dalla "visione della vittima" permette di diventare padrone della propria vita ed è requisito indispensabile per portare avanti un rapporto di coppia soddisfacente. Per uscirne può essere utile imparare a percepire se stessi ascoltando il proprio corpo da dentro, senza guardarsi con gli occhi o pensarsi col cervello: la consapevolezza corporea di se stessi è una fondamentale esperienza della vita. Enorme è l’effetto di tutte le sensazioni che si percepiscono nel corpo; hanno infatti un impatto sulla relazione di coppia maggiore di quanto sia quello dei tanti buoni propositi che si fanno per migliorarla: nelle situazioni intime spesso i corpi hanno un’ottima inter-comunicazione, quando però con pensieri e parole razionali ci si intromette in questa comunicazione a-razionale (alfa privativo), di fatto si rende confuso ciò che prima avveniva con facilità e chiarezza, soffocandolo con una sovrastruttura di concetti teorici assolutamente fuori luogo e un po’ per volta si può anche interrompere questa preziosa comunicazione.

La consapevolezza corporea di se stessi è un’esperienza fondamentale della vita, indispensabile per evitare di sentirsi vuoti, instabili, e tentare inutilmente di risolvere il problema cercando di "fare qualcosa" o "comportarsi in un certo modo": "maschere" inefficaci. Quando questa consapevolezza corporea viene reciprocamente vissuta all’interno della coppia, si giunge a essere emozionalmente vulnerabili e il singolo che non ha imparato ad amarsi può sentirsi angosciato da tale autenticità e "vergognarsi di questa nudità". Soltanto la completa potenza dell’Amore verso se stessi e verso l’altro/a può permetterci di sperimentare attraverso la consapevolezza corporea di ciò che siamo l’intensità del sentimento provato e nutrito e gli effetti che questo ha nella vita in comune, nel sesso, nella sensazione che la nostra vita è un tutt’uno con noi e abbiamo il diritto-dovere d’intervenire e fare quanto necessario per avanzare verso il nostro "Massimo Bene", nel sentire reciprocamente che l’altro/a è sicuro sostegno, conforto, "illuminazione", cooperatore, ecc.

Meno consapevoli siamo della gamma di sensazioni del nostro corpo, più la nostra mente è in balia sia dei marosi delle emozioni che dei venti dei pensieri; passo indispensabile sia per migliorare il rapporto affettivo e sessuale, come per trarne giovamento, è imparare ad ascoltarsi per sapere di esserci ed essere così completamente presenti in se stessi in ogni attimo della propria vita, così da vivere nel presente e poter realmente entrare in contatto con qualcun altro. Come in altri articoli ho messo in evidenza, parecchi son quanti vivono nel passato, dove nulla più si può fare per cambiarlo, o nel futuro, dove non si può ancora determinare nulla; ma, raramente nel presente ove davvero si può "governare la nave".

L’essere presente a se stessi permette d’essere contemporaneamente attento al mondo esterno e in contatto col partner, come verso il proprio mondo interno e tutte le sensazioni del proprio corpo: i sensi (ben più dei classici cinque) sono svegli e attenti tanto agli stimoli che vengono dal di fuori, quanto agli impulsi interni. È così possibile aver piena consapevolezza dei propri sentimenti e non confondere un’intensa ma passeggera emozione con un saldo e duraturo sentimento.

Grande pericolo che si cela nel non essere presente è il vivere in modo frammentato: le sensazioni vengono avvertite come slegate tra loro, in modo disordinato invadono la mente i ricordi del passato e le speranze riposte nel futuro, cosicché non si riesce a esser davvero coscienti del presente; è come vivere in uno stato di follia che porta confusione nella mente e fa vedere se stessi e i fatti della vita in modo distorto. Essere frammentati può distruggere l’armonia necessaria al rapporto di coppia.

A tutti capita di vivere periodi dove le cose vanno bene e altri dove tutto l’insieme va a rotoli. Non si può ridurre il "sentirsi a pezzi" a un’idea dalla quale si può uscire con la volontà imponendosi di pensare ad altro, ma è una sensazione corporea sconcertante che porta in confusione; si può trovare la via d’uscita solo reagendo come un tutt’uno omogeneo cosciente dell’attimo presente. Quando si è frammentati il corpo non è pronto a collaborare dando e ricevendo emozioni vere, tende anzi a sentirsi aggredito da qualsiasi cosa; anche discutere e cercare di risolvere i problemi col partner non porta a soluzioni praticabili. È importante volersi fermare, ritirarsi e da soli mettersi in ascolto di se stessi, tornare nella memoria all’evento che ha provocato la frammentazione, chiedersi quale delle proprie "ferite" è stata "graffiata", concedersi tempo sufficiente e "nel proprio corpo" sentire la risposta: quando ciò accade il respiro torna a essere pieno, le sensazioni del corpo tornano chiare, i frammenti si ricompongono, i sentimenti si rivelano per quello che sono e l’individuo torna a essere presente a se stesso.

Ritornare presenti è essenziale per uscire dalla "posizione di vittima" cosicché ci siano buoni rapporti col partner, per sentirsi bene con se stessi e per crescere in consapevolezza. Conviene iniziare l’opera di de-frammentazione partendo dalla parte di sé di cui si ha maggiore coscienza e gradualmente, aiutando la necessaria calma con una corretta respirazione, riportare equilibrio in se stessi e coscienza che solo nel presente abbiamo possibilità d’intervento.

Non sempre è possibile portare avanti con successo da soli questo percorso di ritorno, in alcuni casi non si riesce neppure a intraprenderlo autonomamente; è culturalmente approvato il ricorso all’aiuto dello psicoterapeuta, che con idoneo ciclo di studi si dota di adeguata preparazione, tuttavia non è da dementi valutare l’aiuto che può dare il terapeuta energetico, che nel tempo s’è adeguatamente preparato, per raggiungere vittoriosi il traguardo, consapevoli di poter stare in se stessi e con se stessi in modo nuovo.

Cordiali saluti.
Robino Mariano


© Robino Mariano



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