Terapia energetica e crisi di identità - 6 di 32 - Parliamo di... - Mariano Robino

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Terapia energetica e crisi di identità - 6 di 32

Pubblicato da Mariano Robino in Trattamenti energetici · 13/2/2014 16:43:38

Ognuno di noi in base al suo vissuto istante per istante costruisce una propria visione della realtà, interpretando in modo assolutamente personale qualsiasi cosa accada e il comportamento di quanti la popolano; ciò finisce inevitabilmente per influenzare il nostro modo di comportarsi nelle varie situazioni in cui ci veniamo a trovare, cosicché gran parte di possibili evoluzioni perdono la ragion d'essere e l'esito viene determinato quasi completamente da questa visione unilaterale. Se ne può quindi dedurre che gli effetti su di noi della realtà che sperimentiamo, di fatto sono il risultato cui giungiamo partendo dall'interpretazione che diamo a quanto ci capita . . . è una buona notizia: le interpretazioni errate possono essere modificate e sostituite con altre corrette, più utili e funzionali, a mezzo d'una crescita in consapevolezza.

La psicoterapia opera con metodi legalmente riconosciuti e il professionista interviene secondo precisi protocolli operativi, con un'azione quindi molto più facilmente controllabile; nel caso del terapeuta energetico l'intervento è (senza mancar di rispetto a nessuno) molto più ampio, non si limita a corpo e mente ma investe l'essere nella sua interezza, compresa quella di cui il paziente non è cosciente e ove si trovano radici e origini dei problemi insieme alle loro chiavi di lettura e mezzi di soluzione; essendo gran parte di questa segreta struttura sconosciuta ai più, l'intervento diventa facilmente incomprensibile quindi non controllabile, sconcertanti inoltre i metodi operativi poiché inviolabili dalla ragione quei livelli. Per questo motivo ed essendo il professionista non legalmente riconosciuto tanto discredito pesa su questi metodi: tolto l'affidarsi con fiducia perché . . ., in che altro modo il profano può accertarsi della competenza di colui/ei che si presenta come terapeuta energetico? Volendo portare l'esempio all'estremo proprio per rendere evidente quanto ciò sia vero, il rischio è addirittura che un professionista dell'area sanitaria, quindi ufficialmente con le carte in regola per curare la gente e considerato a priori degno di fiducia dai pazienti, possa presentarsi come terapeuta energetico senza esserlo. Per questo sarebbe bene poter operare anche all'interno di strutture sanitarie controllate, insegnar la differenza a chi può capire e magari preparare futuri terapeuti energetici.

Senza voler entrare in ambito medico, faccio presente come nel prendersi cura d'un/a paziente che sta attraversando una crisi d'identità ci si può trovare di fronte a un insieme di disturbi che vanno dalle manifestazioni d'ansia a sintomi di depressione, dalle fobie agli attacchi di panico, da disturbi del comportamento alimentare a problemi sessuali, da disturbi affettivi al sentirsi divisi in più se stessi tra lor diversi, ecc.; possono essere presenti pensieri relativi al suicidio o all'autolesionismo, come al dirigere quest'insania violenta verso altri e al tempo stesso l'individuo può essere cosciente d'aver seri problemi di autocontrollo. Tutto ciò contribuisce a determinare un caos esistenziale che porta quell'essere umano a uno strazio più o meno acuto.

In casi particolari ci si può trovare in presenza d'una grave accentuazione del disturbo dissociativo dell'identità con seri dolori somatici, distorsioni e lacune temporali - amnesie, depersonalizzazioni ove l'individuo ha la sensazione d'osservare la sua esistenza dal di fuori come se stesse guardando un film, derealizzazioni ove l'uomo/donna percepisce le persone e l'ambiente circostante, altrimenti per lui/lei familiari, come se fossero sconosciuti - strani - irreali, ecc.. Quando persone con codesti problemi e che sovente già hanno inutilmente tentato altre vie si presentano al terapeuta energetico per uscirne, è bene questi spieghi loro l'importanza d'unire al trattamento "energetico" quello medico che, grazie all'armamentario farmacologico e tecniche sperimentate, può produrre in tempi brevi (l'Energia non obbligando non ottiene effetti immediati; un aumento di consapevolezza, però, una volta raggiunto continua a produrre buoni frutti) quei miglioramenti necessari per raggiungere un livello di sicurezza psicofisica dell'individuo tale da scongiurare funeste improvvise decisioni e così avere il tempo per affrontare con la calma necessaria e in sicurezza il cammino di crescita interiore, che è spesso difficile e doloroso specie quando si analizzano i ricordi traumatici al fine di svuotarli del loro contenuto "mortifero" e lasciar solo l'utile insegnamento venuto dall'esperienza vissuta, e pure quando gradatamente si fa prender coscienza di quella "pianta grama" che come frutti ha dato quei prodotti che ingenuamente "mangiati" (come l'effetto di bacche magari belle alla vista, ma nocive se non mortali per l'organismo) hanno rovinato la vita: solo sapendo dov'è e qual è sarà possibile evitare che possa nuocerci e così uscire dalla tribolazione, tornare liberi di pensare e agire, padroni della propria vita, quindi godere di quanto gratuitamente ci offre. Certo difficile se non impossibile sarà la co-operazione tra medico e terapeuta energetico, ma il bene del paziente viene prima di tutto: come più volte evidenziato, la consapevolezza del proprio ruolo in chi vuol dedicarsi alla Terapia Energetica dev'esser tale da permettere di collocare con serenità in seconda fila l'umano desiderio di vedersi riconosciuti i meriti, lasciando al primo posto la tensione verso il massimo Bene, cosa del tutto naturale nei livelli superiori: operare a quei livelli comporta il voler crescere costantemente in consapevolezza coscienti della Saggezza ivi presente, accoglierne favorevolmente gli insegnamenti adeguando a Essa il proprio comportamento.

Dovrebbe essere ormai chiaro che sia i pensieri negativi che quelli positivi possono trasformarsi in realtà: quello che del nostro futuro pensiamo e siamo convinti influenza il nostro atteggiamento interiore, cosicché anche quello esteriore finisce per essere il risultato di quei pensieri e convinzioni, tanto che la realtà che ci troviamo a vivere è in gran parte determinata dal modo con cui affrontiamo gli eventi:

  • chi è convinto che la giornata sarà pessima l'affronterà passivamente in modo arrendevole e pessimistico, costruendosi così tutte le premesse necessarie a dover poi leggere in modo sempre più negativo quanto gli capita; mentre


  • chi è convinto che la giornata gli porterà gradite novità e vantaggi l'affronterà con fiducia in sé e grinta, permettendo l'edificazione delle premesse utili a vedere il "bicchiere mezzo pieno" e così poter cogliere al volo le buone occasioni.


Se è quindi vero che "subiamo" la realtà di cui in gran parte siamo responsabili, perché l'interiore negativo atteggiamento può generare una specie di effetto domino, cosicché la caduta della prima tessera determina la caduta a rotazione di tutte le altre rafforzando giorno dopo giorno un circolo vizioso che produce "terra bruciata" intorno a sé, è altrettanto vero che dall'"autoipnosi" ci si può svegliare e impugnare il timone virando in modo risoluto; quindi tracciata la rotta verso l'ottimismo e presa in considerazione una serie di "porti" ove ripararsi dai possibili "fortunali", avanzare con fiducia verso la meta, giorno dopo giorno sempre più vicina: il terapeuta facilita ciò e sorregge il/la paziente quanto serve.

Cordiali saluti.
Robino Mariano


© Robino Mariano



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