Il terapeuta energetico - 5 di 17 - Parliamo di... - Mariano Robino

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Il terapeuta energetico - 5 di 17

Pubblicato da Mariano Robino in Trattamenti energetici · 1/5/2010 09:40:33

Riprendendo da dove avevo interrotto, val la pena far rilevare che alla base del pensiero cartesiano non trovo un razionalismo esasperato od un soggettivismo radicale e neppure una forma incoativa di idealismo, bensì la dottrina della libertà; tant’è che anche affrontando il problema della creazione divina delle verità eterne, conclude che l’assoluta libertà di Dio non Lo costringeva al rispetto di alcun criterio precedente la creazione: se avesse voluto che 2 + 2 facesse 5, oggi sarebbe così per noi. Ma non è questo il mio campo, ragion per cui lascio a persone più preparate di me trarre le giuste conclusioni.

È questo un modo di affermare attraverso un atto di volontà l’indipendenza del soggetto rispetto all’oggetto e conseguentemente superare ogni forma di incertezza psicologica: tutto ciò è ben riassunto nella famosa frase "cogito ergo sum" = penso pertanto sono; è il pensiero, infatti, che attesta da se stesso la propria esistenza.

È da tutta questa impostazione, però, che s’arriva a concludere essere la matematica l’unica scienza in cui questo metodo deduttivo è correttamente impiegato:

  • dividere ogni problema in tante parti minori = ANALISI;


  • ricomporre le nozioni semplici servendosi di connessioni di per se evidenti = SINTESI;


  • per arrivare poi a rivedere ogni passaggio fino alla certezza di non aver omesso nulla = ENUMERAZIONE.


Da ultimo posso rilevare che a lui si deve la moderna geometria analitica ed il meccanicismo, ma:

  • a livello morale ritengo doveroso evidenziare il suo insegnamento: l’uomo per quanto riguarda il suo comportamento è bene che resti ancorato alla tradizione quando sia impossibile stabilire con certezza la verità di un’affermazione; viene pertanto riproposta la storica regola del dominio di sé, regola di saggezza presente anche nei testi sacri.


  • Riguardo all’esistenza di Dio Cartesio ci arriva attraverso l’evidenza dell’indubitabilità di se stesso che dubita ed al tempo stesso della presenza in se stesso dell’idea di infinito; concludendo  che è Dio ad essere garante dell’esistenza del mondo e della permanenza della verità come tale, giacché è la Sua Esistenza a garantire che ciò che è stato colto una volta come vero continua immutabilmente ad essere vero, indipendentemente dalle nostre umane capacità di ripercorrere quelle catene di evidenze che ci avevano condotto all’affermazione della verità.


Segue un periodo dominato dalla convinzione di provenire da un’epoca di oscurità ed ignoranza, avendo finalmente la possibilità di dirigersi verso un’era segnata dall’emancipazione dell’uomo e da una scienza moderna ILLUMINATA dalla ragione e pertanto capace di continui progressi: l’Illuminismo, cresciuto progressivamente dai tempi della Rivoluzione Inglese (1688) a quelli della Rivoluzione Francese (1789).

Ebbe influenza non solo in Europa, ma anche nelle Colonie degli Stati Europei, basti un esempio: Thomas Jefferson (1743 – 1826) terzo presidente degli Stati Uniti d’America.

In questo periodo l’idea che solo ciò che superava l’esame della ragione poteva essere considerato vero portò ad un durissimo confronto con la metafisica della Scolastica, ma anche con la filosofia cartesiana delle idee innate; in opposizione si fece strada l’empirismo – tra i propugnatori di tale dottrina in questo periodo cito quello che penso sia stato il primo: John Loche (1632 – 1704) - secondo cui la conoscenza umana deriva esclusivamente dai sensi e dall’esperienza, giacché ciò che è al di fuori della nostra esperienza non è conoscibile.

Le idee prevalenti furono: la libertà, l’uguaglianza sociale, i diritti dell’uomo, la laicità dello stato, il pensiero razionale. Il progresso, anche se difficile e rischioso, venne ora visto come opera degli uomini in opposizione alla precedente idea di un  divino disegno provvidenziale; conseguentemente la morale, sganciata dalla religione, si pose come obiettivo la "felicità per il maggior numero di uomini" ed indicò in "ciò che è socialmente utile" la virtù essenziale.

È proprio in questo periodo di grandi "certezze" che si assistette alla rivoluzione industriale ed al sorgere del capitalismo come lo conosciamo oggi.

Nei due secoli che sono seguiti (XIX e XX) tutto questo fermento iniziato nel medioevo ha portato all’odierna società; tanti e tali sono i fatti succedutisi che non mi sembra proprio il caso cercare di farne un elenco, oltretutto mi ricordo d’aver studiato che non si riesce ad essere molto obiettivi parlando di fatti recenti e molti risultati e/o conseguenze sono effettivamente fatti recenti.

Questo periodo di transizione dalla caduta dell’Impero Romano d’Occidente ad oggi ha cambiato radicalmente il volto della società e dei singoli individui che la compongono, le grandi distanze non sono più un ostacolo, moderni prodotti tecnologici permettono di fare in sicurezza quanto prima era impensabile, a disposizione dei più vi sono agi un tempo neppure a disposizione dei re, . . . eppure si respira un diffuso senso di scontento, di smarrimento, come se un "alimento essenziale" non fosse a disposizione impedendo di raggiungere la situazione di benessere , portando anzi ad un sempre maggior disagio . . . è bene riflettere se non è il caso di "ripescare" qualcosa che per errore è stato considerato un inutile peso o di cui si pensava di poter fare a meno.

Non voglio andare oltre in questa riflessione; penso tocchi giustamente a persone molto più preparate di me in questo settore arrivare alle giuste conclusioni. Questa esposizione m’è servita principalmente per far capire come sia proprio l’odierno modo di "guardare alla scienza" il maggior ostacolo all’accettazione ed alla sperimentazione di queste terapie che ci arrivano da culture diverse e tempi antichi; inoltre, è anche notando il gran numero di persone che cercano nell’occulto la soluzione ai loro problemi, che risulta chiaro come questa "transizione" ha in parte fallito non essendo riuscita a dare la felicità e neppure semplicemente la serenità. E’ chiaro quindi che qualcosa che è stato rifiutato va "rivisitato" in modo "intelligente": "non è tutto oro quello che luccica!".

Per potersi avvicinare seriamente alla terapia energetica è necessario rendersi conto che vi sono "campi" in cui l’umana razionalità è impotente: ci vorrebbe la RAZIONALITA’, ma non siamo onniscienti. Poi è anche necessario rendersi conto che non siamo solo il corpo in cui viviamo, così come viene comunemente inteso; ed anche che questo "corpo" è capace di "prestazioni" delle quali ignoriamo l’esistenza, ma non per questo non è possibile usufruirne una volta che se n’è acquisita consapevolezza. Inoltre coloro che si dedicheranno a questo lavoro non potranno mai formare una "casta" con particolari "privilegi": chi cerca questo non è ancora maturato per raggiungere la modalità dell’esistenza dell’essere, quindi, secondo il mio punto di vista non è un terapeuta energetico; ciò non toglie che altri la pensino diversamente, in fin dei conti non ritengo d’essere infallibile.  

Ho cercato d’essere conciso quanto più ho potuto; non mi resta che porgere cordiali saluti a tutti.

Robino Mariano


© Robino Mariano



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