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Cercherò di spiegare ora in cosa consiste l’operatività del terapeuta energetico, che per certi versi è simile contemporaneamente a quelle di un riabilitatore, d’un chirurgo, d’un preparatore atletico, ma avente come caratteristica essenziale il lavorare nell’assoluto "misericordioso" rispetto della dignità del paziente nella sua "interezza" e con la delicata fermezza (determinazione e tenerezza) che è normalmente logico aspettarsi in un sacerdote: energeticamente l’altro non è mai un oggetto e neppure un "Pinco Pallino qualunque"; anche se sconosciuto, è pur sempre parte di ciò di cui anche il terapeuta è parte . . . facendo del bene ci si fa del bene.
Dalla pur sommaria precedente chiacchierata appare come, in Occidente, il mondo da "creazione divina" è stato ridotto a puro oggetto soggiacente a calcolo, programmazione, controllo, ecc., da parte dell’uomo.
L’uomo stesso non è più "creato ad immagine e somiglianza di Dio" ed il suo corpo è una semplice Res Extensa.
Fu proprio Cartesio a suddividere la realtà in:
RES COGITANS, propria solo dell’uomo, con cui si intende la realtà psichica avente come caratteristiche l’inestensione, la libertà e la consapevolezza;
RES EXTENSA, realtà fisica che ci appare, avente come caratteristiche l’estensione, i limiti e l’inconsapevolezza; soggiacente ad un meccanicismo deterministico assoluto, che riguarda non solo l’Universo e la materia inanimata, ma anche la natura e gli animali.
La frase "cogito ergo sum" ha contribuito molto a portare nei secoli l’uomo occidentale ad identificarsi con la propria mente, anziché con l’intero suo organismo; questo "modo di pensare e reagire" è alla base della "forza" di tanti problemi cui a livello energetico è possibile porre rimedio: aiutando il paziente a "rimpadronirsi della capacità di percepire e percepirsi", rilassandolo tramite un lavoro energetico e permettendogli inizialmente anche semplicemente di sentire l’armonia che è nel suo corpo; ciò sovente produce risultati sorprendenti. Nessuno pensi ad una situazione del tipo "detto – fatto" . . . ogni singolo individuo ha i suoi tempi che vanno rispettati.
Spiego adesso perché sostengo che sarebbe bene un clima di feconda collaborazione non solo coi medici, ma anche con gli psicologi.
Quando ci si appresta a portare aiuto energetico ad una persona, particolare importanza riveste il primo approccio: vi sono casi in cui è necessario, senza mettere a disagio il paziente, farsi un’idea possibilmente chiara degli effetti delle emozioni che costui prova e che possono arrivare a fargli paura, perché lo mettono a confronto con una realtà che vorrebbe assolutamente evitare, ma non sa come fare; egli conseguentemente prova una sensazione di impotenza espressa anche sotto forma di angoscia, lacrime, collera e tutta una cascata di emozioni relative allo stato in cui si sente.
Per farmi capire meglio, penso sia utile ricordare a questo punto che le emozioni sono fisiologiche, immediate, di breve durata e scaturiscono come una pronta risposta ad eventi potenzialmente o realmente difficili; si collocano prevalentemente nel sistema limbico ed hanno, in condizioni normali, la funzione di far superare ogni incertezza sulla decisione da prendere.
Sono quindi una cosa diversa dai sentimenti, caratterizzati da una lunga durata e localizzati prevalentemente nella neocorteccia, dove i processi di elaborazione si confrontano con tutto il materiale contenuto nella memoria e dinamicamente definito dall’apprendimento culturale ed individuale, nonché dai condizionamenti e dalle risposte apprese.
Il terapeuta energetico è bene tenga presente che quando un essere umano soffre, gradatamente entra in uno stato di allarme psico-
La sofferenza riporta inevitabilmente l’essere umano a sentire attraverso il corpo, normalmente considerato alla stregua di un insieme di pezzi che, senza sensi di colpa, si possono anche manipolare e far manipolare per capriccio, tanto è solo "materia".
Il sentire e soprattutto il sentirsi attraverso il corpo, obbligano l’uomo ad "aprire gli occhi" e vedere l’unione indissolubile che in questa nostra attuale condizione umana vi è tra corpo e mente: il buon funzionamento del corpo è strettamente legato alle emozioni positive e negative che si ricevono e si restituiscono, cosicché le emozioni stesse possono essere un buon alleato del terapeuta per soccorrere il paziente nella sua situazione di sofferenza-
Ecco perché sostengo che mai il terapeuta energetico deve abbandonare l’umiltà e sempre deve ascoltare il "sussurro energetico" per non essere tratto in inganno: è anch’egli un uomo con i suoi limiti e difetti. Il percorso cerebrale delle emozioni non è legato solamente ad elementi irrazionali; quando si prova un’emozione le si attribuisce anche un valore legato alle precedenti esperienze, al significato culturale e sociale del proprio ambiente di vita, quindi si combina il valore personale ed individuale col valore del gruppo. Questo, però, indica che le emozioni sono uniche e differenti fra ogni individuo anche all’interno del medesimo gruppo sociale e culturale, giacché uniche e differenti sono le esperienze ed il modo col quale queste vengono dinamicamente elaborate e vissute; inoltre, il confronto con la quotidiana esperienza modifica continuamente il valore attribuito ad ogni emozione.
Quanto sopra mi permette un ulteriore chiarimento riguardo all’importanza dell’umiltà nel terapeuta energetico: essere umano anch’egli, nel contatto con un altro essere umano è bene non dimentichi che le espressioni emozionali sono aggiranti, indirette e possono arrivare alla parte meno difesa del suo cervello, facendo quindi scatenare di riflesso in lui le emozioni vissute in passato simili a quelle che il paziente prova in quel preciso momento. Il cervello lavora soprattutto per somiglianze e le emozioni percepite come simili ad altre già contenute nella nostra memoria fanno scattare le medesime risposte, addirittura con la stessa intensità . . . deve lavorare con l’energia, non con le sue emozioni se vuole aiutare il paziente a raggiungere il massimo bene.
Feconda collaborazione non vuol dire prendere il posto d’altri; pertanto lascio portare avanti il discorso psicologico a chi è più esperto di me.
Cordiali saluti a tutti, continuerò con la prossima uscita.
Robino Mariano
© Robino Mariano