Terapia energetica e crisi di coppia - 12 di 14 - Parliamo di... - Mariano Robino

Vai ai contenuti

Menu principale:

Terapia energetica e crisi di coppia - 12 di 14

Pubblicato da Mariano Robino in Trattamenti energetici · 29/8/2013 11:23:48

La spaccatura della coppia lascia sempre disorientati; errori comuni sono sia permettere al dolore di avvolgerci chiudendoci al mondo, come il continuare a correre dietro a chi ha deciso di andarsene per la sua strada e, caso peggiore tra i tre, usare i figli come arma di ricatto, scordandosi del rispetto dovuto ai loro sentimenti e del proprio compito di favorire in modo protetto l’evoluzione della loro maturazione sino alla separazione- individuazione. È più sano

  • fermarsi e con calma e costanza imparare a gestire il tempo per sfruttarlo al meglio, rispolverare i vecchi interessi, le amicizie "messe in sonno", le attività cui nel passato ci si dedicava, ecc. = ri-trovarsi, rinvigorire la fiducia in se stessi e re-impostarsi per prendere in mano le redini della propria vita, risalire la china e avanzare verso nuove idee, nuovi amici, nuovi progetti e obiettivi, ricordandosi che per il proprio bene mai ci si deve allontanare da un comportamento moralmente sano;


  • sdrammatizzare passato e presente, anche imparando a sorridere alle difficoltà davanti a cui la vita ci pone: sono opportunità di crescita e l’ironia sa aiutare pure nei momenti più difficili, così come un sorriso alleggerisce il peso della sofferenza.


  • Quando però ogni tentativo si rivela inutile e le proprie forze insufficienti per difendersi e venir fuori "salvi" dal conflitto che la crisi ha generato anche dentro se stessi, quando nonostante tutto ci si sente annegare/soffocare, allora non ci si deve vergognare a chiedere ulteriore aiuto:


1. tanto allo psicologo, che sosterrà e aiuterà il paziente nell’amara quanto fondamentale elaborazione dei vissuti d’ira, dolore, confusione e anche facendo emergere emozioni, sentimenti, pensieri e riflessioni;


2. come al terapeuta energetico, che con azione più rispettosa dell’intimo sentire, voler dire e ascoltare del paziente (l’esito dell’azione terapeutica non è soggetto a quanto il paziente dice o tace, benché a ogni personale confidenza/richiesta si riceverà comunque dal terapeuta la miglior risposta in quel momento possibile) lo sosterrà aiutandolo con l’Energia a ri-trovarsi, esaminare l’accaduto in ogni sua componente e ri-organizzare i collegamenti tra i vari livelli in cui esiste: questa terapia non intralcia quella dello psicoterapeuta, quindi non necessita d’essere fatta prima di iniziare o dopo aver terminato quella psicologica.


Con questi aiuti passo dopo passo l’individuo può consapevolmente riconoscere cosa in effetti sia quella perdita inizialmente vissuta-subita con dolore, cosicché diviene possibile riconoscere la stima che si merita e così dare impulso al ri-equilibrio interiore maggiormente cosciente di chi è e di cosa è utile al suo bene.

Passo ora a considerare la divisione della coppia alla stregua d’una "caduta", a mo' di metafora per indicare tutti i casi in cui ci si rammarica di qualcosa, ad esempio non riuscire a raggiungere gli obiettivi desiderati, vedere disattese aspettative e desideri, ecc.: sono tutte esperienze spiacevoli. Ecco che la fine di una relazione di coppia per certi versi è simile alla promessa di un lavoro che poi non c’è, un licenziamento contro cui nulla si può, una promozione boicottata, un duro rimprovero ricevuto di fronte a chi mai avremmo voluto assistesse, un obiettivo mancato, una bocciatura, un grave insulto subito, una menomazione fisica in seguito a un incidente, un tradimento da parte di qualcuno in cui riponevamo grande fiducia, un fallimento, ecc.; tutti momenti in cui "aleggia" la sensazione che non ci possiamo fare niente, che la nostra vita è un fallimento, i nostri progetti un disastro, ecc.; spesso portano a considerare il catastrofismo come una verità assoluta e impossibile da dissolvere, tanto da fiaccare speranza e coraggio e permettere che come ceneri e fumo eruttati dai vulcani possa oscurare il cielo della nostra mente.

Prendendo come esempio la realtà di tutti i giorni ci si accorge che volendolo non è impossibile trovare modo e occasione per potersi rialzare. Non è infatti così raro trovare persone che in un primo momento si erano sentite "abbattute" dalla fine della relazione e che a distanza di tempo ringraziano l’avvento di quel fatto, a mezzo del quale è stato possibile trovare sulla loro strada una persona capace di amarli in modo adeguato alla loro personalità similmente a quanto accade a chi, fortemente rattristato/a dall’esperienza del fallimento, a distanza di tempo s’accorge come imparando quanto quegli stessi fallimenti gli/le hanno insegnato concepisce ora idee brillanti che permettono di costruire importanti successi; parimenti a persone che si sono sentite inizialmente distrutte quando hanno saputo d’avere una grave malattia, però poi nel tempo s’accorgono che solo grazie a quell’accidente hanno potuto scoprire e godere di aspetti e dimensioni della vita di cui prima non si accorgevano; come pure uomini e donne portatori di menomazioni fisiche che non si sono dati per vinti e con costante volontà, speranza e fiducia in se stessi hanno potuto sviluppare oltre i normali limiti altre abilità personali, così da compensare altre mancanze e/o inefficienze; ecc.

È quindi chiaro che le convinzioni catastrofiche che possono assalirci nei momenti critici sono per lo più pericolose illusioni; del resto tutta questa realtà polare è fondamentalmente illusoria. Basta avere il coraggio e la costanza di raccogliersi in se stessi e ripercorrere mentalmente le tappe della nostra vita, per divenire coscienti della falsità di fondo presente nelle volte in cui abbiamo pensato in modo catastrofico di non potercela fare, che ci sarebbe stato impossibile risollevarci da quella situazione, ecc.: la vita è paragonabile a un corso di studi molto "particolare", ove le insufficienze sono corrette con l’avvento di situazioni dolorose, in quanto il Dolore è l’unico "maestro" capace di farsi ascoltare da chiunque; non ci è dato di sapere quante volte cadremo e soffriremo, per lo stesso motivo nessun pensiero catastrofico può vedersi riconosciuto potere premonitore riguardo al futuro che ci attende . . . l’UNITA’ ci ha donato la Libertà e solo noi siamo responsabili dell’uso che ne facciamo; occorre quindi imparare a diffidare delle tentazioni cui il catastrofismo ci sottopone nei momenti in cui cadute fortemente spiacevoli portano nebbia e confusione nella nostra mente, quindi tenere a bada i pensieri catastrofici . . . potremmo troppo tardi pentirci amaramente di quanto fatto assecondandoli. È quindi saggio imparare a prendere le distanze dal catastrofismo e da quanto ne viene generato; questo lavoro produrrà ottimi frutti, anche se occorrerà sempre fiduciosa speranza per attraversare i momentanei periodi bui sorretti dalla consapevolezza che al di sopra del denso e acre fumo che tutto oscura e raggela il sole continua a splendere nel cielo e di nuovo ne godremo.

Percorso difficile se ci si rifiuta di prendere in esame il carattere trascendentale dell’esistenza; ora, se sappiamo che per farsi un’idea chiara occorre guardare in alto, in basso, a destra, a sinistra, davanti, dietro, tener conto del tempo, ecc., qual fondato motivo impedisce di guardare anche all’aspetto trascendentale e non rifiutare d’affidarsi al terapeuta energetico?

Cordiali saluti.
Robino Mariano


© Robino Mariano



Torna ai contenuti | Torna al menu