Menu principale:
Nel riprendere ricordo che anche se non faccio il fisioterapista, prendo tuttavia esempi da questa preziosa disciplina sanitaria in quanto ben s’adattano ad evocare immagini a tutti facilmente comprensibili.
Come prima ho presentato l’esempio del fisioterapista immerso nell’acqua che lavora giovandosi delle proprietà dell’acqua per meglio riabilitare il paziente affidatogli, ora posso portare l’esempio dell’elettrostimolazione terapeutica; infatti anche l’elettricità può dare un’idea di un’altra parte del lavoro fatto dall’energia di cui parlo.
Similmente al fisioterapista che utilizza l’elettrostimolazione, relativamente al caso, sia con tecnica bipolare posizionando l’elettrodo negativo nella zona di placca motoria e quello positivo longitudinalmente nella porzione muscolo-
Prima di continuare, onde evitare fraintendimenti, voglio evidenziare che non è mia intenzione spiegare in cosa consiste il lavoro fisioterapico; come ho chiarito nell’uscita del 04/02 "è nella rispettosa collaborazione che crescono e si possono raccogliere i frutti migliori" e per evitare errate interpretazioni di quanto dico nell’uscita del 15/05 ho ribadito "sarebbe bene un clima di feconda collaborazione, . . . (il che) non vuol dire prendere il posto d’altri.". Io mi limito ad accennare ad altri spetta di diritto dare nel loro campo spiegazioni approfondite.
Qualcuno potrebbe allora chiedersi dove vado a prendere queste conoscenze. La risposta è nella mia personale convinzione che (anche se ininfluente per il puro lavoro energetico) per collaborare al meglio coi vari professionisti dell’area sanitaria è bene cercare di formarsi una preparazione di base tale, non da arrivare a poter fare il loro lavoro, bensì sufficiente a comprenderne fini ed utilità, affinché anche lo scambio di opinioni possa dare i frutti migliori. Anche per questa ragione ho ipotizzato un percorso di preparazione non breve.
Fatta quest’ulteriore precisazione, presento un altro esempio utile a visualizzare un’altra parte del lavoro fatto dall’energia, che in questo caso svolge in autonomia la parte sia dell’attrezzo che dell’operatore; il terapeuta si limita a mettere e mantenere il tutto a disposizione del paziente.
Accenno quindi agli esercizi in sgravio corporeo a secco, utilizzati in aggiunta al trattamento fisioterapico tradizionale per aiutare il paziente a recuperare la capacità di camminare dopo gravi menomazioni che hanno coinvolto il sistema nervoso centrale, o successivamente ad un evento acuto cui è seguita un’importante menomazione motoria agli arti inferiori.
L’avere una limitata capacità di camminare può determinare un peggioramento della possibilità di partecipare alle attività della comunità in cui si vive, con conseguenze cui ho già accennato. Ecco quindi l’utilizzo di un attrezzo chiamato BSWTT (body weight supported training tapis roulant), una piattaforma mobile con velocità regolabile abbinata ad un sistema di imbracatura per il sostegno parziale del peso corporeo e che permette quindi di camminare anche in presenza di debolezza dei muscoli antigravitari, di insufficiente equilibrio e simmetria posturale. Il pool locomotore spinale, avente pattern centrale generante automatica attività dei muscoli estensori e flessori dell’arto inferiore, è estremamente recettivo nei confronti di input sensoriali segmentali, conseguentemente può apprendere durante il training del passo.
Tutto ciò è utile per ristabilire quanto prima la consueta stazione eretta, indispensabile (vista l’abitudine acquisita) per una corretta percezione delle coordinate spaziali, la cui mancanza può portare disturbi; inoltre, l’abbinamento di stazione eretta e movimento precoce contrastano possibili disturbi cardiocircolatori e respiratori.
In casi particolari si può ricorrere ad attrezzi tipo il Gait Trainer GT 1, ove in aggiunta ognuno dei piedi del paziente è posizionato su supporti mobili azionati da un sistema esterno che simula la camminata; se la situazione è più grave si può ricorrere ad una versione robotizzata, il Lokomat, che provvede anche alla totale movimentazione degli arti inferiori.
Ho scelto questi due esempi (elettrostimolazione ed esercizi assistiti in sgravio corporeo a secco) perché così com’è importante poter tornare a camminare ed avere la possibilità di dedicarsi alle normali attività quotidiane (a questo servono le terapie di riabilitazione) ugualmente è importante superare le "menomazioni energetiche" e tornare ad una vita normale.
Continuando, giacché quando si parla di energia si parla anche di vibrazione, mi sembra appropriato portare anche come esempio alcuni effetti delle vibrazioni meccaniche sull’organismo umano.
Come penso tutti sappiano, vi sono ambienti di lavoro ove gli addetti sono esposti a vibrazioni che sollecitano l’intero corpo e che, se non adeguatamente limitate nel tempo e contrastate con idonei mezzi antinfortunistici, possono portare a patologie acute e croniche.
In campo medico, però, s’è riscontrato che applicata a singoli muscoli la vibrazione meccanica focale è in grado di attivare selettivamente e potentemente determinate classi di propriocettori muscolo-
Fondamentalmente le vibrazioni sono delle sollecitazioni meccaniche di tipo oscillatorio, variabili nel tempo e che producono il movimento di un corpo attorno alla sua posizione di equilibrio: fenomeni assolutamente naturali, tant’è che quotidianamente ne siamo esposti ad esempio quando siamo alla guida di un’auto, o quando stiamo viaggiando in treno, od usiamo l’ascensore, ecc.
Non essendomi sufficiente lo spazio rimastomi a disposizione continuerò con la prossima uscita.
Benché non la consideri una cosa semplice, tuttavia voglio offrire a tutti voi una serie d’esempi che possano far luce su cosa intendo come LAVORO ENERGETICO, perché questo è ciò che fa il terapeuta con l’energia; ma è anche un’attività di cui poco si parla e di cui ancora meno se ne sa.
Essendo questo sito fatto principalmente per evidenziare a tutti il mio lavoro, come terapeuta e maestro, per quanto posso, penso sia venuto il momento di dare a tutti spiegazioni possibilmente chiare e comprensibili.
Cordiali saluti.
Robino Mariano
© Robino Mariano